Profughi, il problema è l'attesa Quarta commissione a Marco

Il problema dei migranti a Marco è stato al centro del sopralluogo di ieri della Quarta Commissione al campo di prima accoglienza guidati dal presidente dell’organismo Giuseppe Detomas (Ual).

«Abbiamo trovato un campo ben organizzato, sufficientemente pulito e ordinato, dove il disagio dei profughi ospitati non è tanto legato ai limiti di una condizione residenziale non ottimale, quanto alla difficoltà di rimanere a lungo in attesa della risposta alla loro domanda di asilo»: questo in sintesi il bilancio dell’attività guidata da Detomas che ha sottolineato: «Questa è una sfida che mette a dura prova la capacità di accoglienza della Provincia e della comunità trentina».

Tiziano Chizzola , responsabile della struttutra per la Cri trentina, ha messo in luce che oggi i tempi di attesa dei richiedenti asilo per ricevere una risposta dalla Commissione territoriale competente (che ha sede nel Veneto) oscillano tra i 15 e i 18 mesi.

Tre sono le attività quotidiane obbligatorie: la firma del registro presenze; due ore al giorno di scuola; le pulizie giornaliere. Inoltre, se infatti oggi la situazione del campo di Marco si è normalizzata perché il loro numero è stato ridotto (erano 240, ora sono 167), resta però quello del lungo periodo di permanenza.

Il sindaco Francesco Valduga , dopo aver elencato le iniziative comunali per garantire un’accoglienza dignitosa, ha illustrato il protocollo d’intesa firmato dal Comune per migliorare il più possibile la situazione dei richiedenti asilo puntando alla loro distribuzione sul territorio. Grazie alla riduzione del numero degli ospiti, negli ultimi mesi è stato possibile togliere almeno un letto da ogni dormitorio.


«Serve inoltre una campagna di sensibilizzazione perché queste persone vengano viste come una risorsa ed un arricchimento - spiega Valduga - che andrà portata avanti e sviluppata perché a quanto pare non ha ancora ottenuto i risultati sperati».

Il dirigente Silvio Fedrigotti ha illustrato le peculiarità del campo di Marco, che risale al marzo 2014 per fronteggiare l’emergenza libica. Di mese in mese gli arrivi erano poi aumentati per cui sono stati allestite altre dieci casette provvisorie con 8-10 posti letto ciascuna.

Nel 2016 è stata occupata anche la parte alta dell’attuale superficie utilizzata dalla Protezione civile per le proprie esercitazioni mentre nel luglio 2017 il numero di profughi ospitati è salito a 240. Nel frattempo a Trento e in altri centri del territorio sono stati messi a disposizione appartamenti e per questo sono diminuiti sensibilmente i richiedenti asilo a Marco.

Dal canto suo l’assessore Luca Zeni ha evidenziato che il ruolo della Provincia che gestire direttamente l’accoglienza: «Siamo riusciti a sistemare in appartamento 1.000 degli oltre 1.600 richiedenti asilo - ha spiegato - ma non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo di una loro distribuzione capillare sul territorio provinciale, importante per ridurre la tensione sociale». Gli operatori impegnati con i profughi nella struttura di accoglienza di Marco sono oggi 23, uno ogni 10 richiedenti asilo, e con i turni prestano servizio 24 ore su 24. I corsi offerti agli ospiti sono attualmente 12.


L’assessore Mauro Previdi ha evidenziato il valore dell’utilizzo dei profughi in attività di volontariato a servizio dei Comuni, come la pulizia delle strade o l’assistenza ad anziani in casa di riposo con particolari patologie: in quest’ambito è in preparazione un progetto bachicoltura realizzato in collaborazione con i comuni di Villalagarina e Ala. Alla visita hanno partecipato anche i consiglieri Violetta Plotegher (Pd), Pietro De Godenz (Upt), Graziano Lozzer (Patt), Massimo Fasanelli (Gruppo misto), Mattia Civico (Pd), Alessio Manica (Pd).

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