Dipendenti comunali in palestra L'ente pubblico li vuole sani

L’ente pubblico deve fare i conti con l’età che avanza, inesorabile e inarrestabile. E le tutele, giuste e sacrosante, dei lavoratori non consentono ai Comuni di liberarsi della «zavorra» a libro paga per far posto a teneri virgulti con più energia e pure con stipendi più leggeri. A questo va aggiunto l’età pensionabile che si allunga perché il governo non trova i soldi per collocare le maestranze a riposo ma il deperimento fisico, ahimè, di sottostare a riforme Fornero o chi per lei non ne ha affatto voglia. La gente che lavora, in altre parole, invecchia e il fisico ne risente. Impedendo a molti di potersi occupare delle proprie mansioni fino alla pensione.

Gli acciacchi della giovinezza che si allontana anno dopo anno, tra l’altro, rischiano di rallentare l’efficienza degli uffici pubblici che non sempre hanno a disposizione la panchina lunga da cui attingere sostituti per garantire il servizio ai cittadini-utenti. Che fare per evitare di far scadere l’opera? Il Comune di Rovereto ha elaborato una propria strategia, la prima in Trentino Alto Adige, ed ha organizzato una serie di corsi ad hoc - dalla ginnastica per migliorare la postura e rendere più elastico e duraturo il fisico alle nozioni psicologiche per liberarsi del tecnostress dovuto ai computer e all’informatica dilagante nella pubblica amministrazione per renderla più veloce - per allungare la vita professionale ai propri dipendenti.

Nel caso di piazza del Podestà, per esempio, l’età media è di 51 anni. «E il nostro medico del lavoro - spiegano a palazzo Pretorio - ci ha detto che dopo i 50 anni l’85% delle persone soffre di mal di schiena. Non possiamo certo permetterci che stiano tutti a casa in malattia. Meglio prevenire per far star bene i dipendenti e per risparmiare».

L’accorgimento latino del «mens sana in corpore sana» ha dunque metaforicamente preso il posto del motto del Comune di Rovereto (che è pure in latino) e ha già rimesso in sesto un quinto dell’organico. È il caso delle educatrici degli asili nido, un mestiere che è usurante perché, a forza di sollevare frugoletti, si rischia di rimanere bloccati. Se da un lato questo significa disagio per le maestre e pure per i pargoli dall’altro c’è il Comune che è costretto a pagare sostituti nei periodi di inevitabile malattia. E così si è pensato bene di allenare le maestre d’asilo per accompagnarle alla pensione ancora in forma.

Le prime a cimentarsi con esercizi fisici e stretching sono state le signore del nido di Lizzana, sottoposte a un corso di movimenti corretti e ginnastica posturale. Altre colleghe hanno seguito le medesime direttive ed ora, che la prima fase si è brillantemente conclusa, 80 lavoratori municipali saltellano come giovanetti a ricreazione. Con il conseguente beneficio per il Comune, i turni di lavoro e l’erario.

Un po’ alla volta toccherà anche agli altri uffici dotarsi di tuta e snickers per cacciare da sé lo spettro della sedentarietà e degli scricchiolii fisici. In breve, insomma, il personale di palazzo Pretorio si mostrerà agli utenti come un team di atleti in grado di sfidare la burocrazia e il lavoro da scrivania come si trattasse di gareggiare alle Olimpiadi. «Questa scelta - confermano in Comune - è stata concordata con il personale e con i sindacati e tutti si sono dichiarati soddisfatti. Soprattutto quelli che hanno frequentato i corsi di postura».

La soluzione individuata - che sarà pure spinta da ambizioni di spending review ma è assolutamente funzionale - risolve pure la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro che, in questo caso, si sposa perfettamente con l’agenda di risparmio economico visto che comporterà un risparmio in termini di sostituzioni di personale.

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