Medaglie olimpiche un po' «roveretane»

Le medaglie olimpiche della nazionale italiana fondo e biathlon parlano anche un po’ roveretano perché ben cinque campioni che hanno ottenuto i prestigiosi riconoscimenti a PyeongChang si sono «allenati» nei laboratori del Cerism di Rovereto, presso il centro di ricerca Sport, montagna e salute, dell’università di Verona. Federico Pellegrino, detto «Chicco», argento nello sci di fondo, e Dominik Windisch, bronzo nel biathlon nella 10 km maschile e nella staffetta mista, insieme a Lukas Hofer, Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer, hanno tutti eseguito test ed esperimenti sotto il controllo degli esperti del Cerism.  
 
«In realtà - spiega Barbara Pellegrini, responsabile dell’area ricerca del Cerism, nonché ricercatrice specializzata nella biomeccanica dello sci da fondo - abbiamo sottoposto a test tutta la nazionale maschile e quella femminile di fondo e biathlon. Le ricerche si sono svolte l’estate scorsa, quando tradizionalmente gli atleti si concentrano sul potenziamento muscolare e sul perfezionamento del gesto atletico, rimandando gli allenamenti su neve ad un altro momento. Gli atleti si sono esercitati su skiroll su un grande tapis roulant, con sensori ed una maschera, e noi abbiamo potuto misurare il fiato, l’energia, la frequenza cardiaca, l’aria ventilata, l’uso della muscolatura, la resistenza allo sforzo, la spinta sui bastoni e anche quanto è economica la tecnica. Il nostro è l’unico centro italiano che ha queste apparecchiature specifiche per lo sci di fondo e gli studi che effettuamo permettono di rilevare eventuali punti deboli e punti di forza. Poi è l’allenatore a decidere come procedere. Quindi a fine estate abbiamo fatto i test di controllo».  
 
«Campioni un po’ si nasce - prosegue Pellegrini - grazie alla predisposizione genetica naturale, e un po’ lo si diventa perché l’allenamento costante è indispensabile. Per un un successo olimpico servono un allenamento duro, la tecnica, l’impegno, la giusta predisposizione psicologica e alla fine anche un po’ di  fortuna». Pellegrino, Windisch, Hofer, Vittozzi e Wierer, anche grazie al Cerism, ce l’hanno fatta. 

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