Fugatti attacca: «Arcese, fallimento della politica»

Nel silenzio del resto del panorama politico, sia della maggioranza civica che amministra la città di Rovereto, sia della coalizione di centrosinistra autonomista che nella città della Quercia rappresenta la maggior forza di opposizione (oltre ad essere al governo della Provincia), ha gioco facile la Lega nel cavalcare in solitaria il recente caso Arcese. Le dichiarazioni del patron Matteo Arcese, figlio del fondatore Eleuterio, circa il paventato trasferimento della sede legale a Milano, non hanno trovato commento da parte dei politici nostrani. Così, il consigliere Maurizio Fugatti ha potuto intestarsi l’interesse politico per le dinamiche interne ad un gruppo industriale da 2.500 dipendenti, di gran lunga il principale soggetto economico del settore trasporti del Trentino.  
«Correva l’anno 2009 - ricorda Fugatti - quando, insieme a Trentino Sviluppo, Arcese siglava un leaseback da 18,6 milioni di euro (oggi il contratto è risolto, ha sottolineato Matteo Arcese, ndr) a fronte dell’impegno a mantenere i 791 posti di lavoro e l’obbligo di aprire ad altre aziende lo scalo di Mori stazione. L’assessore Alessandro Olivi, in tale occasione, affermava che «l’operazione sul sito di Rovereto oltre ad offrire sostegno alla più grande azienda dell’autotrasporto oggi presente in Trentino, che con questa operazione radichiamo ancor più al territorio grazie soprattutto alla forza lavoro che si impegna a mantenere, si inserisce nell’insieme di misure pensate dalla Provincia per rilanciare il settore dell’autotrasporto». Dopo quasi nove anni, gli effetti del leaseback – sottolinea Fugatti – paiono portare alla volontà, da parte di Arcese, di trasferire altrove la sede legale. Scelta che sarebbe in parte legata alla sentenza emessa in questi giorni dal tribunale di Rovereto che ha condannato la società a risarcire i 49 autisti licenziati nel 2015. Un’altra motivazione pare invece risiedere nella sospensione dell’accordo tra Arcese e Trentino Sviluppo per l’utilizzo degli uffici negli spazi di quest’ultima vista la necessità di espandersi. Otto mesi fa si sarebbe tenuto anche un incontro tra società e sindacati per illustrare il progetto che andava anche nella direzione di assumere 120 persone. Il trasferimento si sarebbe dovuto svolgere questo mese, avendo tra il resto Arcese già individuato un’altra società a subentro nella sede attuale. Ma l’accordo sembra fermo anche se Trentino Sviluppo pare aver dichiarato che il progetto non è tramontato e che la questione della trattativa saltata degli uffici è «strumentale». Non è la prima volta che la Lega interviene sulla questione dei leaseback e sulla vicenda Arcese. Infatti già in passato aveva denunciato come il leaseback fosse più una forma di concorrenza sleale nei confronti delle piccole e medie imprese di autotrasporto trentine. Non un attacco al singolo ma al sistema messo in atto dalle istituzioni che predilige i grandi lasciando i piccoli da soli, senza adeguati strumenti per far fronte alla crisi nonostante le problematiche più volte portate all’attenzione dell’amministrazione provinciale».

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