Il blitz di anarchici e Cobas Bartolini Trasporti in tilt

di Barbara Goio

Gli autisti sono tanti, una quarantina, stanchi ed arrabbiati, fermi con i loro camion bloccati sia dentro che fuori dai cancelli della Bartolini in zona industriale. Ieri sera, a partire dalle 17.30 ma poi fino a tardi, un ristretto picchetto di magazzinieri, con il supporto di sindacalisti e anarchici, ha di fatto completamente fermato il traffico delle merci, costringendo una quarantina di lavoratori a bivaccare, aspettare, trovare un qualche modo per rientrare a casa, spesso lontano.

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La protesta è nata tra alcuni magazzinieri (sono 34 gli iscritti al sindacato Sol Cobas che ha promosso l’azione dimostrativa) per chiedere «il rispetto del contratto nazionale», spiega un esponente. Sostengono che non toglieranno il picchetto finché non sarà loro garantito da Bartolini un incontro il prossimo 9 gennaio presso la sede della cooperativa LD Service per discutere di alcuni punti: «l’assunzione indeterminata dopo un anno, i passaggi automatici di livello, l’indennità di malattia». «Si tratta - aggiunge il sindacalista Sol Cobas - di circa 300 euro al mese, ma non è solo un problema di soldi, ma di dignità del lavoro».

Fuori dal cancello, la fatica della lunga giornata trascorsa sui camion si somma all’insofferenza per il modo in cui la protesta è stata messa in piedi. C’è Michele, che ha fatto un’ottantina di consegne, e i suoi amici che ne hanno fatto anche 120: dopo ore sulla strada vorrebbero finalmente prendere i loro furgoni e ritornare a casa, ma non possono, perché i mezzi sono all’interno del piazzale e ogni volta che qualcuno tenta di passare, i contestatori si mettono in mezzo. «Anche domani sarà un disastro - dicono gli autisti - non sappiamo come recuperare il tempo perduto. La cosa più triste è che sono solo pochi i contestatori che lavorano a Rovereto: la maggior parte è venuta da altre città, solo a creare confusione».

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E poi c’è Sergio: il suo tir è in fondo alla lunga coda di mezzi che si è fermata davanti alla Bartolini. Dovrebbe scaricare merce che è attesa in maniera urgente, e poi finalmente partire per l’Ucraina e passare le feste con la famiglia. Ma non può entrare a scaricare, perché il picchetto non molla.

Anche Pasquale è qui che aspetta: dovrebbe entrare, scaricare, ricaricare e partire per la Bari e poi per la Sicilia. «A quest’ora - dice - avrei dovuto essere già in viaggio, e invece mi toccherà passare qui ore ed ore, per niente. E tutte le consegne salteranno. L’unica soddisfazione è che noi abbiamo i nostri camion e ci possiamo dormire dentro. Spero che stanotte faccia meno venti». Uno dei problemi è che non si possono semplicemente lasciare i camion: «Siamo noi i responsabili della merce, se succede qualcosa ci andiamo di mezzo», spiegano gli autisti. Appena fuori, carabinieri e polizia municipale: monitorano che la situazione non esploda.

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