L'aria è viziata dal traffico dell'A22 La Pat pensa ai 90 all'ora contro gli ossidi di azoto

di Nicola Guarnieri

Per salvarci la pelle, iniziando dai polmoni, dobbiamo muoverci in maniera «slow». L'inquinamento da idrocarburi, infatti, è proporzionale alla velocità delle macchine che liberano nell'aria, tra la miriade di sostanze tossiche, soprattutto ossido di azoto. Per questo la Provincia ha avviato un progetto per capire se rallentare di brutto la marcia sull'autostrada del Brennero, passando dagli attuali 130 chilometri orari ai 90.

Il collegamento «lumaca»-aria sana è stato spiegato ieri sera dai tecnici dell'Appa alla commissione ambiente del consiglio comunale. E l'analisi in previsione di una riduzione sensibile dei limiti di velocità è concentrata proprio sull'A22, l'arteria «malata» in fatto di inquinamento. Ed è qui che la Provincia ha scelto di intervenire aderendo al progetto alpino «Brenner Lec» con la piattaforma «Life». Lo studio, appena avviato e che durerà cinque anni (al costo di 5 milioni di euro), dovrà capire se togliendo gas alle macchine si riuscirà a rientrare nei limiti di legge: 40 microgrammi al metro cubo di ossidi di azoto. E non solo per ragioni di salute ma pure economiche visto che il perdurare dello sforamento comporterebbe un'infrazione europea.

I dati saranno raccolti grazie all'introduzione - per ora limitata al tratto compreso tra i caselli di Rovereto Sud e Trento Sud - della terza corsia dinamica. Quella, per capirci, che ordina ai veicoli imbottigliati di disporsi su tre file, occupando anche quella d'emergenza, obbligandoli a ridurre drasticamente la velocità addirittura fino a 80 all'ora. Lo sforamento fissato dall'Unione Europea (40 microgrammi) è infatti costantemente superato lungo tutta l'Autobrennero (60-70) e l'allarme, in verità, è partito da Avio dove è in funzione una delle centraline di monitoraggio installate in Vallagarina (l'altra è a Marco).

Se il progetto confermerà che andare piano salva l'ambiente i limiti si abbasseranno da subito. Rimane però il problema dei Tir, che già viaggiano lentamente. «L'unico modo per liberarci da questo inquinamento - dice Gabriele Tonidandel dell'Appa - è spostare il traffico pesante su rotaia, liberare le strade. Perché i camion possono viaggiare a 80 o 60 all'ora ma inquinano allo stesso modo».

Ad allarmare, come detto, sono le emissioni di ossidi di azoto dovute principalmente ai combustibili dei mezzi di trasporto: il 55% su strada e il 13% imputabile ad altre sorgenti mobili e macchinari agricoli. 
Il vero problema, è stato ripetuto più volte in commissione ambiente, è però il traffico delle merci, 30 milioni di tonnellate all'anno. E pensare che la ferrovia ne accoglie solo 11 a fronte di una capacità operativa di 29 milioni. Insomma, la Brennero, intesa come strada ferrata, è sottoutilizzata per due terzi. Col risultato che 2 milioni di Tir continuano a preferire l'A22. Motivo? Risparmio economico per le aziende. «Si deve incentivare il trasporto su rotaia - ricorda il presidente della commissione Paolo Vergnano - cambiando le tariffe e rendendo la ferrovia concorrenziale rispetto alla gomma».

L'Appa e gli esperti del settore, d'altro canto, confermano con lasciando sull'autostrada «solo» 700 mila Tir all'anno non ci sarebbero problemi di inquinamento.
Per quanto riguarda la città, invece, l'aria è buona. «Rispetto a 30 anni fa si respira meglio con ossidi di azoto e Pm10 che si fermano a 20 microgrammi contro un tetto europeo di 40. E questo tanto in corso Bettini che a Lizzana».
La commissione comunale, adesso, valuterà una strategia da sottoporre al consiglio e quindi alla Provinica. E il primo punto, quello fondamentale, è proprio quello di spostare i Tir sui treni.

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