Neomamma racconta il parto: senza i soccorritori oggi non saremmo qui

di Luisa Pizzini

Matthias dorme tranquillo nella sua culletta a Villa Lagarina. È l'immagine che ogni genitore porta nel cuore quella del proprio figlio che riposa sereno, al sicuro.

È una sensazione che riappacifica col mondo ogni sera, comunque sia andata la giornata.

Luana Delaiti e Michele Zandonai, però, guardando il loro piccolo dai capelli biondi almeno per un po' di tempo non potranno dimenticare il trambusto che ha creato quando ha deciso di venire al mondo. Anzi, proprio per questo vogliono ringraziare tutti i soccorritori che hanno permesso che tutto andasse bene per questa nascita tanto rocambolesca.

Tutto è accaduto la mattina di undici giorni fa, alle 8 e 30 del 5 aprile scorso. Mancavano due settimane alla data presunta del parto come ricorda Nicole, la sorella di unidici anni più grande che aveva già iniziato il suo conto alla rovescia in attesa di conoscere chi da nove mesi si nascondeva nella pancia della mamma. Luana quella mattina non si sentiva bene ma credeva facesse parte dell'ultima fase della gravidanza, fino a che non si è resa conto di avere una grossa emorragia ed un distacco della placenta.

«Quando mi sono alzata dal divano e ho visto tutto quel sangue ho guardato Michele e ci siamo chiesti cos'era meglio fare» racconta. «Così abbiamo telefonato al 118 e dalla centrale un'operatrice ha iniziato a farmi delle domande e a tranquillizzarmi, dicendomi che un'ambulanza era già in arrivo».

Nel frattempo però la situazione è peggiorata, perché Luana si è accorta che stava perdendo anche la placenta. A quel punto c'erano due vite in pericolo: la sua e quella del bambino che stava per nascere ma, come ricorda lei stessa assieme a papà Michele, l'assistenza che hanno ricevuto da operatori e sanitari di Trentino emergenza li ha rassicurati durante tutto il tempo. Infatti soltanto nei giorni successivi si sono resi conto del rischio che hanno corso.

«Quando abbiamo richiamato la centrale del 118 per spiegare quel che stava succedendo, l'operatrice ci ha detto che l'elicottero era già in arrivo a Pedersano - continua Michele -. Mi tranquillizzava e mi chiedeva indicazioni precise sulla casa. Poco dopo infatti ho visto l'elicottero davanti a noi». Nel frattempo in casa erano arrivati l'infermiere e i sanitari di Trentino emergenza partiti da Rovereto con due ambulanze.

«Pochi minuti dopo c'erano tredici persone in casa nostra pronte ad aiutarci» racconta Luana, che ricorda con lucidità quei momenti concitati. «Con l'elicottero era arrivata anche l'ostetrica prelevata al Santa Chiara. Mi ha visitato e subito ha allertato la sala operatoria: a Trento ci stavano aspettando. Non c'era tempo da perdere ma quel che ricordo più di tutto di quei momenti erano le carezze sul viso e le rassicurazioni di chi mi stava aiutando. Perfino dei vigili del fuoco volontari del corpo di Villa Lagarina».

Al Santa Chiara nel frattempo era tutto pronto: dopo una visita e la preparazione all'intervento, Luana è stata portata in sala operatoria ed alle 10.01 ha potuto abbracciare il suo piccolo Matthias. Tutto questo mentre papà Michele li stava raggiungendo in macchina. «Quando sono arrivato in ospedale, la stanza che mi avevano indicato era vuota e non sapevo cosa pensare», racconta Michele Zandonai.

«Poi finalmente mi hanno detto che era andato tutto bene e questo grazie al fatto che i soccorritori sono arrivati in tempo e hanno fatto tutto quello che andava fatto. È stata l'ostetrica a svelarmi il sesso del bambino, che ancora non conoscevo». Aveva atteso tutto questo tempo per avere una sorpresa il papà, ma l'avventura della nascita di Matthias ha sconvolto i piani.

Non lo dimenticano questo i genitori di Matthias, se il loro bimbo sta bene e la sua mamma può prendersi cura di lui è grazie a chi è intervenuto quel giorno. «Ho scritto un messaggio al Nucleo elicotteri della Provincia di Trento - racconta ancora Luana - e il pilota, Fabrizio Degol, mi ha risposto indicandomi i nomi dell'equipaggio di quel giorno: il tecnico di volo Sandro Libardi, il medico Alberto Mattedi, l'infermiere Carmelo Zanella ed il tecnico del soccorso alpino Arrigo Zeni. Un grazie sincero va a loro ma io voglio ringraziare di cuore anche tutti coloro di cui non conosco il nome: l'ostetrica, l'infermiere, i sanitari delle ambulanze ed i vigili del fuoco. Grazie a tutti per quello che hanno fatto».

La storia di Luana e della sua famiglia rassicura le future mamme preoccupate dalla riorganizzazione dei punti nascita, perché qualunque punto del Trentino può essere raggiunto velocemente e con professionalità da chi gestisce l'emergenza. E lo sa fare mettendoci anche il cuore.

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