Muri e sponde imbrattati con scritte anti-sistema

«Di carcere si muore sbirri e magistrati assassini». Questo il testo della scritta in spray verde che ieri mattina alle prime luci dell’alba è apparsa sulla sponda ovest del ponte Forbato.

La mano è con tutta probabilità la stessa, visto che anche il colore è il medesimo, che a fine 2016 aveva riempito i muri della città con scritte analoghe, tutte facenti implicito riferimento alla drammatica morte in carcere di L. S., il 35enne lagarino arrestato per aver dato fuoco alla pompa di benzina Eni di via Cavour.

All’epoca come oggi, nel mirino dei vandali il sistema penitenziario trentino ed il sistema giurisdizionale. Non solo il ponte Forbato. La stessa mano nella notte ha colpito anche in centro storico, in via Mazzini.

«E adesso dovremo pulire di nuovo tutto - commenta amaro l’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Graziola -. Non sono le scritte sui muri a preoccuparmi - sottolinea -. Lì, una volta trovata la tonalità del colore, dai una mano di vernice. Ma aver preso di mira il ponte Forbato non lo capisco proprio.

L’avevamo appena messo a nuovo, degno punto finale della riqualificazione di via Santa Maria. Purtroppo qui il discorso è tutto diverso. La vernice è stata applicata direttamente sul marmo, ed è penetrata all’interno. L’intervento di pulizia non è in discussione, ci mancherebbe. Non possiamo permettere che una scritta del genere rimanga alla vista.

Ma sarà un intervento lungo e certamente costoso, dato che il ponte è pealtro vincolato dalla soprintendenza e deve essere trattato con l’attenzione dovuta. I costi finiranno, come sempre, sulle spalle dei cittadini. Francamente non capisco come nell’era della comunicazione, dove tutti possono dire tutto sui social e internet, c’è chi deve andare a deturpare i beni della comunità. Peraltro penso che questi vandali facciamo anche male a loro stessi, nel senso che non posso credere che un’azione del genere non abbia altro effetto che indignare le persone».

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