L'assessore Chiesa: «Il Natale diffuso una formula da ripetere»

di Chiara Zomer

Ultimo giorno ieri per il Natale dei Popoli. Da oggi il mercatino smobilita, via le casette, il vin brulé, il tappeto rosso, i presepi. Ora servirà fare un bilancio serio. Anche perché servirà capire se l'esperimento del Natale diffuso ha funzionato o meno, al di là dei battibecchi a mezzo stampa delle settimane scorse. Per adesso dati certi non ce ne sono.

Ma ci sono, quelle sì, sensazioni, su ciò che ha funzionato e ciò che si può migliorare. Tanto che dall'assessorato al Turismo nelle scorse ore sono partite due lettere. Una all'indirizzo dell'Apt e l'altra al Consorzio InCentro: la riunione serve per fare il punto della situazione e anche per evitare fughe in avanti, dopo le tensioni dei giorni scorsi, che a palazzo Pretorio sono piaciute poco. Nel frattempo si registrano gli umori, di cui si fa interprete l'assessore Ivo Chiesa.

Che spiega: «Io non darò numeri mirabolanti. Ma registro che la formula funziona, insisteremo sul mercatino diffuso. E registro anche una nuova condivisione da parte della città. Le polemiche dei giorni scorsi? Svilenti del tanto lavoro fatto».

Tre sono gli aspetti da valutare, a chiusura di tutto. L'affluenza di gente e gli affari al mercatino, l'indotto in città e la viabilità. Perché il Natale dei Popoli quest'anno chiedeva un pedaggio importante, con lo spostamento del mercato settimanale e la chiusura di via Dante. Ecco, quel che si credeva il punto debole, ha tenuto bene: «Sì, ci aspettavamo un impatto pesante, invece anche grazie al gran lavoro delle forze dell'ordine, la città ha retto bene», spiega Chiesa. E poi c'è l'indotto. Tanto o poco, di sicuro è stato spalmato diversamente. Perché quest'anno, con le casette nelle piazze, hanno lavorato locali che negli anni scorsi rimanevano ai margini: «Da questo punto di vista sì, abbiamo il sentore che la formula abbia funzionato, sono stati coinvolti spazi che altrimenti non godevano delle grandi possibilità che offre il mercatino. La scelta di allargarsi ha premiato, così come ha premiato la collaborazione di tutti. Abbiamo capito che se ognuno fa un passo indietro la città ne fa uno in avanti. Allargheremo ancora di più in futuro».

La domanda vera, tuttavia, è come sia andata l'affluenza tra le casette. Chiesa prende tempo: «Voglio prima vedere i dati precisi. Certo alcune cose vanno migliorate. Penso a Santa Maria e alle associazioni di volontariato. Abbiamo pensato che bastasse allestire lo spazio, ci sbagliavamo, servirà per loro uno spazio più centrale». 

Quanto all'affluenza ai mercatini, tra le casette circolano voci contrastanti. Nessuno o quasi che si espone pubblicamente, al massimo qualche indicazione anonima. E quelle dicono che il calo negli affari si è sentito, anche se non in tutte le casette. Che i pullman quest'anno si sono visti molto meno, che la concorrenza di Ala ha penalizzato tutti. E che serve unire le piazze a via Roma, in qualche modo, altrimenti i turisti non ci arrivano. «Sì, alcune cose vanno migliorate - ammette Chiesa - ma Consorzio e Apt, anche in condizioni difficili, hanno lavorato moltissimo». Sono state anche protagoniste di un battibecco piuttosto stucchevole, con i due presidenti Michele Adami (consorzio) e Giulio Prosser (Apt) che si sono reciprocamente accusati a mezzo stampa. La cosa a palazzo Pretorio non è piaciuta: «No - ammette Chiesa - io credo che Rovereto abbia tanto da dare, e che dobbiamo imparare a valorizzare quel che di buono c'è. Non sempre siamo capaci. In questo senso dobbiamo crescere, in questo senso dobbiamo dimostrare di essere all'altezza».

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