Rovereto, Alpini e Schützen insieme per aiutare i poveri

Il 12 novembre megacena da 400 posti al Palasport per raccogliere fondi da destinare agli indigenti della città

di Nicola Guarnieri

L'adunata nazionale degli alpini, nel 2018, fa litigare di brutto pantirolesi e italiani? Certo, ma questo a Nord dei Murazzi perché a Sud, nella Rovereto che tra Venezia e Austria ha sempre cercato di mantenere il giusto equilibrio, gli Alpini e gli Schützen vanno d'amore e d'accordo. Almeno quando si tratta di operare insieme per una solidarietà a chilometro zero. Eh già, perché l'espressione «km zero» abbinata all'enogastronomia può serenamente trovare casa anche in ambiti sociali. E penne nere e cappelli piumati lo testimoniano visto che cucineranno insieme per raccogliere fondi da devolvere ai poveri della città.

Non sarà, ovviamente, una cena qualsiasi: il piatto forte, infatti, sarà il baccalà proposto dalla «Vulnerabile Confraternita dello Stofiss dei frati» a cui saranno abbinate golosità «local» fornite, appunto, dallo storico abbraccio dei due contendenti in divisa d'ordinanza. L'appuntamento - che sarà una pacificazione a ridosso del centenario della Grande Guerra, una pax gastronomica senza precedenti - è per sabato 12 novembre. Per l'occasione il palazzetto dello sport di via Piomarta si trasformerà in un ristorante per un galà capace di ospitare ben 400 commensali. E i soldi raccolti con le iscrizioni saranno interamente impegnati per aiutare i poveri roveretani.

Regista dell'operazione è Cesare Loss, membro della Confraternita del baccalà. «Come umili frati cerchiamo di dare un aiuto concreto alla nostra città. - spiega - D'altro canto come Confraternita dello Stofiss ci conoscono in tutta Europa meno che a Rovereto». 

Il detto «nemo profeta in patria», insomma, continua a tenere botta. Ma stavolta punta ad essere sfatato. «Qui in città abbiamo tante nostre famiglie che versano in situazioni gravose, che non hanno soldi per arrivare alla fine del mese. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa per i nostri concittadini meno fortunati. Siamo stati tutti d'accordo ed abbiamo quindi organizzato questo evento particolare per cercare di dare il nostro contributo assieme agli Alpini e agli Schützen. L'idea è piaciuta anche a loro perché lavorare insieme per una causa comune si può e serve pure come esempio. Altro che gli uni contro gli altri in nome di una storia che è, appunto, storia».

Avanti, dunque, con le penne. Non quelle da mangiare, ovviamente, ma quelle diverse e delle volte ostili di due gruppi militari contrapposti. Alla faccia delle polemiche per l'adunata dell'Ana e dei politici che giocano volentieri su questi tavoli dei disaccordi. Non a Rovereto, come detto, dove la pax gastronomica italo-austriaca servirà per portare conforto economico ai diseredati della porta accanto. Ma quale sarà il menù della megacena «interetnica» del 12 novembre? «Cucineremo orzetto alla trentina e baccalà, il nostro piatto forte visto che siamo la Confraternita. Gli alpini prepareranno la polenta, come da tradizione, mentre il dolce toccherà agli Schützen. Insomma, sarà una a cena decisamente a chilometro superzero».

 

L'ascia di guerra, quindi, per una sera sarà sotterrata per onorare una buona causa. Con i due fronti uniti per alleviare sofferenze di portafoglio che fanno paura. Perché la povertà, a Rovereto, è diffusa. Lo dicono, impietose, le cifre. Quelle vere, visto che vengono da un osservatorio privilegiato e attendibile come le parrocchie. Proprio la Chiesa, da tre anni, ha attivato un fondo di solidarietà facendo leva sul buon cuore della gente. Che ha risposto in massa alimentando quel conto corrente a servizio dei roveretani che non arrivano a fine mese. In cassa, per dire, ci sono quasi 450 mila euro, soldi che servono per tenere in vita la speranza di uscita dalla crisi a 600 persone. Tante, troppe che condividono l'esistenza con la miseria. Certo, alcune non sono direttamente vittime della contrazione economica ma del gioco, una piaga dilagante che ha rovinato uomini, donne e famiglie intere. Ma vanno aiutati tutti. E per sostenere la propria gente, sacro e profano si sono messi insieme: Decanato e Comune pronti a raccogliere aiuti per le famiglie disagiate che magari abitano nel nostro stesso condominio.

Adesso tocca ad Alpini e Schützen fare altrettanto grazie all'iniziativa dei frati dello stoccafisso, prodotto roveretano. Insomma sarà la cosiddetta società civile a cercare di salvare il salvabile, rimboccarsi le maniche e aiutare chi rischia non tanto di rimanere indietro ma proprio fuori da tutto per assoluta mancanza di mezzi. Anche a costo di indispettire chi vorrebbe penne nere e cappelli piumati in trincee opposte, pronti a darsi battaglia. Lo faranno, certo, ma in cucina. Ma chi vincerà tra polenta e strudel?

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