Botte alla fidanzata 20enne patteggia un anno e 7 mesi

Amore violento tra due studenti universitari

Rovereto, con la sentenza arrivata ieri davanti al giudice per l'indagine preliminare Riccardo Dies si è chiusa ieri mattina la vicenda dello studente universitario accusato di maltrattamenti. Una vicenda di cui ci eravamo occupati nel giugno scorso - quando lui era stato colpito da misura cautelare dell'allontanamento dai luoghi frequentati da lei - e che è finita come si preannunciava già allora: lui ha patteggiato un anno e sette mesi, restando cioè nei limiti della condizionale. Ora quindi è libero. E fondamentale in questo senso è stata la testimonianza di lei, sentita in vista, appunto, del venir meno della misura cautelare. 

Ricordando la vicenda, tutto risale al giugno scorso. E quando scoppiò il caso fece discutere soprattutto per la giovane età dei protagonisti. Perché quella finita in aula ieri è una storia di maltrattamenti vecchissimo stile. Lui che si sente libero di commettere qualsiasi prepotenza, lei che è succube di violenze sia fisiche che psicologiche: botte, sputi, offese, comportamenti degradanti, punizioni. Questo il cocktail che ha unito due ragazzi. Entrambi studenti all'Università di Trento.

Conosciutisi tra i banchi, due avevano deciso di andare a convivere. E a quel punto l'amore si sarebbe trasformato in un legame decisamente meno sano del previsto. Innanzi tutto l'atteggiamento generale: offese, percosse, sputi, calci e obbligo di comportamenti degradanti. Roba d'altri tempi: lui aveva di fatto messo delle regole su tutto: su come lei poteva vestirsi, su quel che poteva fare, su chi poteva frequentare su come poteva o non poteva parlare con amici o colleghi. E poi ancora sulle faccende domestiche, naturalmente prerogativa della giovane donna. Alle regole, corrispondevano le punizioni: quando lei non rispondeva alle prescrizioni, arrivavano le sanzioni. Fisiche e non solo. Spesso, degradanti. talvolta pericolose, come quando lui avrebbe tentato di strangolarla. 

Ecco, quando la giovane donna ha deciso che era ora di darci un taglio e ha avuto la forza di denunciare, è questo che ha raccontato agli inquirenti. Un rapporto fortemente sbilanciato in cui lei era chiamata ad essere succube del compagno padrone. Un racconto che ha impressionato, all'epoca, gli inquirenti, al punto di consigliare un intervento immediato. Sono bastate le prime veloci verifiche a far capire che serviva agire subito. E lui, nel giugno scorso, è stato sottoposto alla misura cautelare dell'allontanamento dai luoghi di solito frequentati da lei. Università compresa.

All'epoca era tornato dai genitori e ieri, assistito dall'avvocato Donatella Conzatti, ha chiesto di patteggiare. Il patteggiamento (entro i limiti della condizionale) avrebbe automaticamente fatto perdere di efficacia alla misura cautelare. Per questo gli inquirenti hanno sentito l'opinione della giovane donna, per capire se fosse ancora spaventata da lui o no. Solo poi il Gip Riccardo Dies ha concesso il patteggiamento a un anno e 7 mesi, con sospensione condizionale della pena.

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