Dalle Filzi di Rovereto alle Svalbard

Un viaggio unico, ai confini del mondo. Destinazione: le Isole Svalbard, una delle frontiere più estreme della ricerca scientifica.
 
Le 18 ragazze e i due ragazzi della classe IV del liceo Filzi di Rovereto sono rientrati pochi giorni fa dall’arcipelago norvegese, prima classe italiana a compiere un viaggio di studio nell’insediamento permanente più vicino al polo nord. E le emozioni sono ancora fortissime. «È stato il viaggio della vita, per ognuno di noi - affermano con l’adrenalina ancora in corpo Angelica Perghem e Arianna Zendri -. Dai paesaggi mozzafiato al silenzio assoluto, dalla ricerca sul campo alla bellezza di condividere assieme un’esperienza così fantastica».
 
Dieci giorni incredibili tra i ghiacci del mar Artico, le basi scientifiche e la natura più incontaminata. Scuola, scienza e avventura per la prima volta insieme. Accompagnati dal vulcanico professor Matteo Cattadori e da Domenico Fiorillo, da Federico Giglio del Cnr e dalla guida Stefano Poli che da 15 anni vive alle Svalbard, i venti studenti hanno affrontato avvincenti sfide. Tra queste, un trekking di tre giorni, zaino in spalla, per studiare i cambiamenti climatici. «Abbiamo posizionato dei rilevatori di temperatura per monitorare l’aria e il permafrost, registrato i suoni naturali, visitato i luoghi delle prime storiche esplorazioni e incontrato il governatore delle Isole Svalbard che ci ha illustrato gli aspetti principali del territorio», raccontano Angelica e Arianna, a nome di tutto il gruppo.
 
«Abbiamo anche dormito in tenda, facendo i turni di notte per sorvegliare il campo dagli orsi polari», aggiungono le studentesse, ricordando come il viaggio sia frutto di un lungo percorso formativo partito a fine 2014. Da allora si sono preparati dal punto di vista scientifico, cercato sponsor e avviato una campagna di raccolta fondi vendendo torte, facendo servizio catering e offrendo ripetizioni. Racimolati i circa 30mila euro necessari (le famiglie hanno coperto circa un terzo della spesa), il «progetto Reset», questo il nome della spedizione, si è concretizzato, richiamando anche l’attenzione di media nazionali.
 
«Il progetto non finisce qui - affermano i liceali -. Abbiamo tantissime cose da raccontare e condividere: testi, circa 11mila foto e video, registrazioni audio, i dati che i nostri strumenti stanno registrando alle Svalbard, e soprattutto il docu-film. Ci aspettano mesi di lavoro durante i quali cercheremo nuove forme di divulgazione delle scienze capaci di spiegare meglio quello che sta accadendo al nostro pianeta: durante il programma di quinta approfondiremo i cambiamenti climatici».
 
Un’esperienza tanto intensa da entusiasmare, e non poco, anche i genitori. «È come se fossimo partiti con voi», scrivono in una lettera per ringraziare il professor Cattadori, l’insegnante di scienze che ha dato il via al tutto. «All’inizio, ad essere sinceri, ci sembrava più che un progetto un sogno, molti di noi non sapevano neppure che queste isole fossero al polo nord, ma l’entusiasmo e la determinazione trasmessa ai ragazzi ha subito contagiato anche noi. Grazie per aver proposto alla scuola un percorso alternativo, capace di formare e non solo istruire i nostri ragazzi. Finalmente un’esperienza che è servita a farli diventare adulti. Ha insegnato a coltivare i sogni e a comprendere che l’impegno, l’entusiasmo, il coraggio, la collaborazione e anche il sacrificio e la fatica sono gli ingredienti per ottenere, nella vita, grandi risultati».
 

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