I bimbi dormono, rapina l'asilo di Rovereto Minaccia l'inserviene e fugge ma viene preso

di Chiara Zomer

Una rapina all'asilo. Uno di quegli eventi che si considera semplicemente impossibile. Perché si immagina che nei confronti dell'infanzia ci sia un minimo di riguardo. E poi perché da rubare c'è poco o nulla, nelle strutture che si occupano della crescita dei piccoli roveretani. Giusto qualche gioco, due spiccioli. Eppure ieri un tentativo di furto è degenerato in rapina, nella scuola d'infanzia Giardino incantato di via Venezia. Un'alzata d'ingegno che è costata all'inserviente qualche istante di terrore vero. E al rapinatore la galera: trovato dai carabinieri, è stato arrestato. Sarà questa mattina in tribunale per il processo per direttissima. L'unica consolazione è che i bambini, pur presenti nella struttura, non si sono accorti di nulla: erano nell'altra stanza, non hanno visto né sentito niente. Ma l'allarme rimane.

È accaduto ieri verso le due del pomeriggio. Presumibilmente tutte era partito come un tentativo di furto. Un quarantenne - C.G le sue iniziali - era riuscito ad introdursi nella struttura, probabilmente passando da una porta laterale. Una volta all'interno, ha cercato nei locali di servizio, forse nella speranza di trovare le borse degli insegnanti, con qualche portafoglio all'interno. In quali altre stanze sia entrato prima non è possibile dirlo.

Certo è che un'inserviente è entrata nel locale adibito a spogliatoio del personale e l'ha visto. Stava aprendo i cassetti delle scrivanie, nella speranza di trovare qualche spicciolo. A quel punto il ladro dev'essere entrato nel panico. E anziché fuggire, ha perso la testa. Nel locale ha visto un paio di forbici e un coltello. Li ha presi e, brandendoli contro l'inserviente, le ha chiesto di dargli dei soldi. Poi, strattonandola, l'ha obbligata ad aprire la propria borsa e consegnargli il denaro custodito nel portafoglio. Una volta ottenuti quei pochi spiccioli, è uscito dalla stanza. L'ha notato un'insegnante, che ha pensato solo a velocizzarne l'uscita: l'obiettivo era la tranqullità dei bambini. È bastato un «Beh, che cosa vuole?», per farlo fuggire.

Immediato è partito l'allarme ai carabinieri, che sono arrivati nello spazio di pochi minuti. Hanno parlato con l'inserviente e l'insegnante, per farsi raccontare i fatti e soprattutto farsi dare una descrizione dell'individuo. L'inserviente, pur sotto shock, è riuscita però a mantenere la lucidità necessaria per descrivere il malvivente, in modo che i militari potessero riconoscerlo.
A quel punto, è stata caccia all'uomo nell'intero quartiere. Gli uomini del nucleo operativo e radiomobile alla fine l'hanno trovato. Era nascosto nel parcheggio di via Ronchi. Evidentemente aveva capito che lo stavano cercando e che il cerchio gli si stava stringendo attorno. Fermato, è stato accompagnato in caserma per l'identificazione.

Si tratta come detto di un quarantenne della zona, C.G. le iniziali, persona nota alle forze dell'ordine. Ieri ai carabinieri non ha detto nulla, né ha spiegato le ragioni del suo gesto. Lo farà forse questa mattina, quando comparirà davanti al giudice per il processo per direttissima. Quindi è presto per valutare davvero ciò che è accaduto. Ma quel che sembrava più probabile, ieri, alla luce dei pochi elementi noti, è che si sia trattato di un furto finito male. Probabilmente l'ipotesi di farsi dare il denaro con la violenza non era preventivata: l'arma usata non l'aveva portata con sé, ha usato forbici e coltello trovati in un cassetto.

Un episodio concluso con un arresto, ma questo non elimina l'allarme a Lizzana. L'unica nota positiva è il fatto che i bambini non si sono resi conto di nulla. A quell'ora erano nella sala del riposo pomeridiano, non hanno sentito urla, né hanno visto l'uomo scappare. Solo più tardi, quando sono arrivati carabinieri e ambulanza (per l'inserviente ovviamente scossa) è stata data loro una spiegazione semplice.

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