Ruba slip, multato per 6mila euro

Non riconosciuta la "particolare tenuità"

I giudici applicano la legge e spesso la devono interpretare. I problemi nascono quando le leggi sono nebulose, poco chiare, e per arrivare dalla A alla B fanno il giro del mondo e magari al succo della questione manco ci arrivano. Nei mesi scorsi il governo Renzi ha sbandierato ai quattro venti la bontà del proprio decreto legislativo che amplia la portata dell'articolo 131 del codice penale prevedendo di fatto un articolo 131-bis con l'esclusione dalla punibilità dei reati sanzionati fino a 5 anni di reclusione, considerati di particolare tenuità. Di fatto, lamentano gli avvocati, la legge non è chiara e lascia ampia discrezionalità a questo o quel tribunale. E così si registrano casi più o meno analoghi con esiti però diametralmente opposti.

Come quello verificatosi l'altro giorno a Rovereto. Antonio (il nome è di fantasia) ha 33 anni, è sposato, padre di due figli e attualmente disoccupato. A gennaio ha la malaugurata idea di entrare nel negozio Ovs al Millennium Center di via del Garda e di impossessarsi di 8 magliette, 2 pantaloni, 6 slip da donna e 3 reggiseni. Valore di mercato 109 euro e 88 centesimi. Antonio è incensurato e non ha mai rubato in vita sua. Non fa in tempo a fare due passi verso l'uscita del negozio che viene fermato e senza opporre resistenza ammette le sue colpe e restituisce il maltolto che tempo qualche ora torna regolarmente sugli scaffali. Scatta però la denuncia e la macchina della giustizia va avanti.

Antonio finisce a giudizio per «furto semplice». Lui e il suo legale di fiducia (l'avvocato Michele Busetti di Trento) scrivono a più riprese alla casa madre di Ovs Coin spa rendendosi disponibili a versare un risarcimento danni di 450 euro, oltre quattro volte il valore commerciale della merce. Si arriva così alla prima udienza di maggio e la proposta di risarcimento danni viene formalizzata davanti al giudice, che solleva qualche perplessità rispetto alla «particolare tenuità del fatto». E si arriva così all'epilogo giudiziario (in primo grado) della vicenda. Coin spa non ritira la querela e il giudice monocratico condanna Antonio a 24 giorni di reclusione convertiti in una multa (sospesa) di 6.000 euro, 54 volte il valore commerciale di slip e reggiseni. Unica consolazione per Antonio è che lo stesso giudice, su richiesta del legale di fiducia, concede la sospensione condizionale della pena in considerazione dell'incensuratezza dell'imputato. 

Due pesi e due misure, si diceva. Perché, fa sapere lo stesso avvocato Busetti, non più di un mese fa ma questa volta a Trento un furto e stavolta aggravato (benzina sottratta all'interno del cantiere del servizio Bacini Montani della Provincia) si è chiuso con un «non doversi procedere per particolare tenuità del fatto».

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