Dibattito: prostituzione, tassare oppure vietare?

Di prostituzione se ne discute fin dal 1700, e già tra fine '800 e '900 si comincia a trattare di questo tema all'interno delle discipline scientifiche. Ed oggi nel mondo se ne continua a parlare ancora. Nei paesi nordeuropei, dove c'è un forte femminismo istituzionale, nel '99 è stata varata la prima legge proibizionista che punisce chi compra il sesso, e non chi lo vende. Di sesso a pagamento se ne è parlato negli scorsi giorni a RoveretoI tuoi commenti

di Francesca Candioli

prostituzioneROVERETO - Di prostituzione se ne discute fin dal 1700, e già tra fine '800 e '900 si comincia a trattare di questo tema all'interno delle discipline scientifiche. Ed oggi nel mondo se ne continua a parlare ancora. Nei paesi nordeuropei, dove c'è un forte femminismo istituzionale, nel '99 è stata varata la prima legge proibizionista che punisce chi compra il sesso, e non chi lo vende. Un modello questo, già in corso di approvazione in Francia, e recentemente indicato dal Parlamento europeo come la giusta strada da seguire.


L'Italia oggi si trova invece al bivio, tra regolamentare o vietare il sesso a pagamento: «La prostituzione in Italia non è vietata, ma è vietato l'adescamento di clienti e appartarsi in auto o in luoghi pubblici. Quindi va a colpire soprattutto chi lavora in strada. Con la legge Merlin, del '58, le case chiuse non sono più legali, e sono state eliminate dal codice penale le parti che riguardano la prostituzione» spiega l'avvocato Rita Farinelli. Recentemente è stata invece presentata una nuova proposta di legge dalla senatrice del Pd, Maria Spilabotte, che chiede una legalizzazione leggera, depenalizzano alcuni reati della legge Merlin come quello che impedisce a più donne di avere un appartamento e lavorare insieme. Ma allo stesso tempo propone di tassare chi fa questo lavoro, ad un tasso estremamente elevato. Un modo dunque, spiega l'autrice del libro sulla prostituzione, «Quando gli uomini pagano le donne», Sara Serughetti, per permettere allo stato di guadagnarci.

 

«Tuttavia - continua Serughetti  - il modello nordeuropeo potrebbe essere valido solo se gli uomini che oggi domandano sesso fossero rimasti sempre uguali nel corso dei decenni, ma non è così. Il mercato è cambiato, e così anche chi ne usufruisce. Servono dunque leggi al passo con i tempi».

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