Miralago tra coltelli, droga e furti Il rischio di una "terra di nessuno"

di Paolo Liserre

L’altro giorno è spuntato un coltello, qualche giorno prima l’arma bianca era una bottiglia rotta. Ma questa è solo la punta dell’iceberg perché dentro e nei dintorni della Colonia Miralago e degli altri immobili abbandonati che compongono il compendio ormai da settimane si stanno moltiplicando le situazioni di disagio e di microcriminalità. E i continui controlli delle forze dell’ordine (dalla Polizia Locale ai carabinieri, alla Polizia di Stato, non ultimo sabato scorso anche l’intervento dei Vigili del Fuoco) sono un po’ come cercare di svuotare l’oceano con un bicchiere. E anche il servizio di custodia attivato a suo tempo dal Comune può arrivare fino a un certo punto ma non certo rappresentare la panacea di tutti i mali.

Ragazzi, comunque uomini giovani, alcuni rivani ma ufficialmente senza fissa dimora, piccoli spacciatori ma ultimamente anche volti che provengono da fuori, da altre zone del Trentino, Rovereto in particolar modo. Nel primo immobile che s’incontra scendendo dall’ingresso di viale Rovereto ci dormono puntualmente dentro e, come testimonia la foto che pubblichiamo in alto a destra, si sono portati anche spazzolino, dentifricio e carta igienica (salvo fare i loro bisogni ovunque). Il Comune ha più volte ostruito gli accessi al compendio principale e alla chiesetta, sigillando (o quasi) porte e finestre, ma ciò soprattutto negli ultimi tempi non ha fatto desistere coloro che quasi ogni sera e talvolta anche durante il giorno si ritrovano lì per fare i loro comodi. Nei giorni scorsi indagando su alcuni furti la Polizia Locale è risalita attraverso le immagini delle telecamere che coprono parte del lungolago (ma non tutto il compendio a nord) agli autori che poi si è scoperto bivaccavano nella zona della Miralago.

«Quella zona sta diventando una bomba ad orologeria» commentano alcuni operatori che lavorano nei dintorni ma che preferiscono rimanere anonimi. Mentre le inferriate, le erbacce, le sedie rotte abbandonate, le scritte sui muri, le vetrate infrante, diventano (come abbiamo potuto verificare personalmente ieri) oggetto di curiosità e di fotografie da parte di alcuni turisti che hanno il coraggio di avventurarsi sin là.
«Sono al corrente della situazione ma posso solo dire che sono in corso attività d’indagine da parte delle forze dell’ordine - ammette il sindaco Adalberto Mosaner - Ci sono state numerose segnalazioni soprattutto negli ultimi tempi, si tratta di persone che ultimamente si sono spostate in zona e da qualche tempo sono giunte a Riva. Non più tardi di sabato scorso i Vigili del Fuoco hanno provveduto a riposizionare alcune inferriate per ostruire l’accesso che qualcuno si era ricavato negli immobili secondari del compendio».

Il nocciolo della questione però è che fin tanto che tutta l’area non verrà riqualificata (progetto di cui si discute ormai da decenni) la situazione difficilmente potrà migliorare. A meno di non sigillare tutto a prova di bomba. «La commissione urbanistica sta facendo le proprie riflessioni in sede di revisione del piano fascialago - commenta il primo cittadino - Sono comunque in fase di valutazione alcune demolizioni che potremmo effettuare a breve, anche prima dell’approvazione del piano». Non il primo immobile ad ovest (sotto tutela) ma la vecchia barchessa e anche il vecchio teatrino potrebbero avere i mesi contati. Sperando che possa bastare.

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