Abbandonato a una rotatoria Capriolo cresciuto e liberato

di Davide Pivetti

Non ci ha pensato due volte. Si è guardato attorno qualche istante, ha posato per la foto di rito scattata nientemeno che dal sindaco Alessandro Betta, e poi è saltato giù correndo, libero e felice - e il caso di dirlo - nei prati già verdì di Carobbi, località montanta tra Arco e Drena.

Il cucciolo di capriolo liberato ieri mattina ha una storia particolare. Era in cattività dal 25 giugno scorso, quando era stato soccorso ancora piccolissimo - aveva si e no due settimane di vita - nel bel mezzo di una rotatoria stradale ad Arco. L’ultimo posto dove avrebbe dovuto stare. D’altronde il cucciolo - il perfetto Bambi del celebre cartone Disney - sembrava essere stato abbandonato dalla madre, cosa che non capita mai a quell’età.



Salvato dal traffico e da altri predatori, il cucciolo è stato portato al Centro fauna alpina di Casteller, per lo svezzamento. In questi dieci mesi è stato allattato lungamente con latte di capra, e ne ha consumato una grande quantità, essendo meno nutriente di quello di capriolo. La liberazione dopo lo svezzamento viene fatta di norma con la bella stagione, quando cioè si è certi che il piccolo possa trovare facilmente di che nutrirsi. Non è dato sapere il motivo per cui il piccolo capriolo si trovasse in condizione di abbandono, evento assolutamente raro.
Il capriolo «arcense» fa parte di un folto gruppo di quindici piccoli ungulati soccorsi l’anno scorso nel periodo estivo in tutto il Trentino, di cui alcuni erano feriti e in gravi condizioni. Quelli sopravvissuti sono nove, sei dei quali sono stati liberati in questi giorni (l’ultimo è questo di Arco), mentre gli altri lo saranno nel giro di pochi giorni.



Ieri, poco prima di mezzogiorno, la liberazione a cura del Servizio recupero fauna dell’Associazione cacciatori trentini, rappresentata da Fabio Cagol, presente anche il direttore tecnico Alessandro Brugnoli, accompagnati dal presidente della sezione di Arco Angiolino Betta e dal sindaco arcense. Il luogo scelto per la liberazione è un grande prato in località Carobbi, perfetto per riprendere dimestichezza con l’ambiente naturale. Cosa che il piccolo ungulato ha fatto non appena le porte della gabbia si sono aperte. Un grande balzo e via di gran carriera. Allontanatosi di circa duecento metri, si è fermato per qualche minuto a dare un’occhiata alla zona e a cercare di orientarsi, non mancando di rivolgere uno sguardo al gruppetto che l’ha riconsegnato al bosco. Si è poi diretto verso un muretto, l’ha saltato ed è sparito nel bosco.

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