Alba Chiara, il suo sorriso simbolo per chi si batte contro la violenza

Il viso di Alba Chiara Baroni è diventato il simbolo di un «8 marzo» che si vuole dedicare alle donne che subiscono ogni tipo di violenza, fino a quella atroce del femminicidio. 
Sul «Corriere della Sera» di mercoledì la ventiduenne tennese sorrideva nella grande foto in prima pagina che rimandava poi ad un'intera pagina interna dedicata alla sua storia, alla sua morte per mano del fidanzato quel 31 luglio di due anni fa e al progetto che in suo nome sta girando l'Italia per raccogliere fondi da destinare ad altre donne, giovani e meno giovani, che tentano di sottrarsi alla violenza degli uomini. Sempre ieri la sua storia è tornata a riempire i telegiornali nazionali, facendo così di Alba Chiara un'icona della lotta alla violenza sulle donne proprio nei giorni della festa a loro dedicata.
L'occasione è stata offerta dal terzo allestimento della mostra composta con i quadri della giovane tennese. Dopo quelle di Tenno e Rovereto, al Rione prenderà forma domani la nuova tappa della mostra itinerante grazie all'associazione «Vivirione» che assieme alla «Fondazione Famiglia Materna» di Rovereto e a «One Billion Rising Alto Garda e Ledro» propone nella sala comunale «Giacomo Sartori» al 2 Giugno un pomeriggio tutto dedicato a lei. Con i genitori Massimo Baroni e Loredana Magnoni, dalle 16.30 sarà inaugurata la mostra dei dipinti di Alba Chiara, una quindicina, che resteranno esposti fino a domenica (dalle 16.30 alle 18.30). Sempre domani anche il flash mob di «One Billion Rising», previsto attorno alle 17.30 prima del rinfresco conclusivo.
Il pomeriggio servirà a far conoscere anche a Riva il «Progetto Alba Chiara», con il quale si raccolgono fondi che la «Famiglia Materna» di Rovereto destina poi alle donne che hanno bisogno di sostegno e aiuto, purtroppo sempre numerose.
«Io e mia moglie - hanno detto in questi giorni i genitori di Alba Chiara - siamo orgogliosi di aver legato il nome di nostra figlia a un progetto per l'aiuto di donne in difficoltà». Ne hanno ben ragione.

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