Allarme nel Garda: le sarde sono contaminate dal Pfas

Non solo un vasto bacino del Veneto è contaminato da sostanze chimiche velenose e potenzialmente cancerogene (che sono ormai in circolo nel sangue della popolazione). Anche la sarda di lago, l’agone del Garda, contiene Pfas. A rivelarlo è uno studio del Cnr Irsa redatto da Stefano Polesello nel 2018.

Vincenzo Cordiano, cardiologo vicentino, responsabile di «Isde - Medici per l’ambiente del Veneto», chiede che si vieti la pesca e soprattutto il consumo di questa specie tipica del Benaco.

In Italia non c’è una legge che regolamenti i limiti di Pfas (sostanze perfluoro alchiliche), «ma solo delle linee indicate dall’Istituto superiore della sanità», per cui non c’è nessun obbligo di vietare il consumo della sarda di lago; Vincenzo Cordiano, però, attraverso le pagine del quotidiano L’Arena di Verona, pur ricordando che, secondo i valori di tolleranza vigenti, l’agone del Garda «risulta a posto», spiega che sarebbe meglio attenersi alle indicazioni dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa): «Le cifre che risultano, bastano a far superare la dose massima di assunzione di sostanze perfluoro-alchiliche da parte dell’uomo previsti nell’ultimo parere dell’Efsa».

E dunque dopo le anguille del Garda alla diossina, per le quali è vietata la pesca e il consumo da quasi un decennio, ora è stato accertato che è presente anche l’inquinamento da Pfas, causato dagli scarichi industriali.

«Il monitoraggio sulle specie ittiche del lago di Garda - riferisce Raffaella Canepel, direttrice del Settore tecnico dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente - avviene in acque veronesi; a Riva del Garda la Provincia di Trento monitora invece le acque. Noi abbiamo fatto solo delle analisi sugli immissari alla ricerca di Pfas e non ne sono stati riscontrati né nel fiume Sarca né nel Varone. Può essere che ci siano nel Basso Lago agoni con presenza di Pfas; per quel che riguarda l’acqua in ingresso nel Garda risulta tutto a posto. Chiaro: i pesci si spostano. Noi sappiamo della diossina ma non del Pfas: è un settore in evoluzione, non c’è ancora una legislazione precisa».

Il neo assessore provinciale all’ambiente, Mario Tonina, riferisce di «non conoscere la materia ma di affidarsi alla professionalità della dottoressa Canepel e dell’Appa».

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