Ristoratori cinesi sfruttavano i pakistani

Arrestati a Riva del Garda dalla Guardia di Finanza due imprenditori cinesi con l’accusa di sfruttamento aggravato del lavoro ed estorsione, condizioni di lavoro degradanti e sfruttamento nei confronti di lavoratori stranieri in un ristorante orientale. L’operazione è denominata «Giardino orientale».

Gli arrestati sono il titolare e il socio di una società che gestisce un ristorante in franchising di un marchio di ristorazione orientale, con sede legale a Firenze ed amministrativa e luogo di esercizio a Riva del Garda.

Le indagini sono state avviate alcuni mesi fa a seguito di alcuni controlli sul lavoro nero e irregolare condotti nell’Alto Garda. Secondo l’accusa, il titolare e il socio principale avevano impiantato un sistema finalizzato al reclutamento di manodopera in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno e necessità dei lavoratori, mediante la corresponsione di retribuzioni difformi rispetto ai contratti collettivi di lavoro riconosciuti a livello nazionale, con condizioni lavorative e di alloggio definite degradanti dalla Guardia di Finanza.
In totale sono 12 i lavoratori pakistani individuati dalle Fiamme Gialle che sarebbero stati oggetto di sfruttamento.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, erano costretti ad alloggiare in un appartamento di Riva del Garda di circa 90 metri quadri con un unico bagno, dove venivano stipati in condizioni igienico sanitarie precarie, obbligati per lo più a dormire su pagliericci improvvisati sul pavimento.

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