Quaranta ragazzi arcensi tra i giovani di don Ciotti

Un gruppo di 40 ragazzi arcensi di età compresa tra la terza media e la quinta superiore è stato in visita a Roccella Jonica, cittadina calabrese gemellata con Arco, accompagnato da dodici tra animatori e accompagnatori, tra cui il presidente dell’associazione «Noi Oratorio Arco» Franco Righi. Un’esperienza intensa che ha emozionato e colpito tutti.
«Un’accoglienza calorosissima - spiega Righi - tutti siamo rimasti colpiti dalla vicinanza che abbiamo sentito, qualcosa a cui non siamo abituati. Anche quando giravamo per strada la gente ci salutava, per loro noi siamo Arco, cioè la città gemellata, quindi degli amici. È stato davvero incredibile, una lezione di vita. Compreso il finale: ci hanno fatto tre grandi torte con scritto sopra: non c’è due senza tre. Perché loro davvero ci tengono, già aspettano che torniamo».
La prima volta risale al 2013, quando l’oratorio di Arco organizzò una visita di giovani arcensi nella città che nel 2007 aveva firmato l’atto di gemellaggio con Arco. Un fatto inusuale, un gemellaggio con una città connazionale, suggerito da monsignor Giancarlo Maria Bregantini, oggi arcivescovo di Campobasso-Bojano, all’epoca a Locri-Gerace, celebre per le iniziative di lotta alla ‘ndrangheta e di concreto sostegno all’economia della Locride, il quale nel 2005 partecipò a un convegno di «Arco Confronti». Fu in quell’occasione che si ipotizzò di avviare rapporti più intensi tra il Trentino e la Calabria, anche per sostenerne lo sviluppo, con la scelta che cadde, anche in questo caso su consiglio di monsignor Bregantini, su Roccella Jonica.
Il gruppo di Arco è stato accolto dalle autorità con il sindaco Giuseppe Certomà e dall’associazione «Roccella J./Europa per i gemellaggi» (omologa dell’arcense «Arco Obiettivo Europa»). Gli ospiti sono stati alloggiati all’oratorio, tranne un giorno, quando il pernottamento è avvenuto, a coppie, in famiglie della città: una iniziativa voluta per rendere ancora più stretto il rapporto tra le due comunità.
Un momento importante è stato la visita alla «Comunità Luigi Monti» a Polistena, un centro di accoglienza per minori e giovani dai 6 ai 21 anni di età che collabora con «Libera», l’associazione di don Ciotti che lavora alla creazione di una comunità alternativa alle mafie. La ciliegina sulla torta: la cena del gemellaggio con piatti delle due comunità (pasta all’arrabbiata per Roccella Jonica e carne salada e fasoi per Arco) e prodotti tipici dei due territori.

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