Il salvataggio a San Vito, premiati i ragazzi arcensi

di Roberto Vivaldelli

«Quando si avvicina una persona in difficoltà che ti chiede aiuto non ci si può voltare dall’altra parte».

A raccontare l’impresa di cui si sono resi protagonisti sono proprio loro, Luca Cerutti, Alessandra Zanetti, Margherita Planchestainer e Mattia Vicari, quattro dei cinque ragazzi freschi di diploma al liceo «Maffei», assurti agli onori della cronaca nei giorni scorsi per aver tratto in salvo due mamme e quattro bambini dalle acque di San Vito lo Capo, in provincia di Trapani.

I quattro giovani arcensi - il quinto, rivano, ha preferito rimanere anonimo - sono stati ricevuti e premiati ieri pomeriggio con una piccola cerimonia in sala giunta in Municipio ad Arco. Presenti il presidente della Provincia Ugo Rossi, il sindaco di Arco Alessandro Betta in compagnia del presidente del consiglio comunale Flavio Tamburini e dell’assessore Silvia Girelli, e i consiglieri provinciali Lorenzo Baratter e Luca Giuliani. Per l’amministrazione comunale di Riva del Garda c’era il vicesindaco Mario Caproni.

«La dinamica di ciò che è successo l’abbiamo già raccontata - osserva Luca Cerutti - ciò che secondo me è importante dire è che quando accadono queste cose non ci si può voltare dall’altra ma bisogna prestare soccorso. Eravamo lì a farci un bagno e nel momento in cui si è avvicinato quello sguardo spaventato e impaurito abbiamo fatto quello che dovevamo fare, non potevamo che prestare soccorso, senza tuttavia rischiare di diventare noi stessi delle persone da salvare, senza strafare. Nessuno di noi è un abile nuotare, tutti sono usciti con le loro gambe. Quando una persona ti chiede aiuto non ci si può tirare indietro e noi ci abbiamo messo del nostro, ci è venuto spontaneo».

«Con grande semplicità - ha detto il presidente Ugo Rossi poco prima di consegnare ai quattro ragazzi un premio raffigurante l’aquila di San Venceslao - volevamo dare un piccolo segnale di esserci accorti di questo fatto, cercando di dare un messaggio di positività e sfatando l’idea che i nostri giovani sono chiusi in loro stessi e indifferenti. Il vostro gesto è molto significativo poiché bisogna avere coraggio e prontezza. Siamo orgogliosi di voi. Vi doniamo pertanto questo premio raffigurante l’aquila di San Venceslao che conferiamo alle persone che si sono sapute distinguere per qualcosa di importante».

Il vostro, ha commentato il sindaco Alessandro Betta prima di consegnare ai quattro giovani eroi un piccolo dono da parte dell’amministrazione comunale, «è un gesto di chiaro eroismo perché quando si entra in acqua non si sa mai cosa possa accadere. Vi vogliamo sentitamente ringraziare per ciò che avete fatto perché sia un esempio per questa comunità e per tutti. Siete l’esempio di ciò che significa fare comunità». «La vostra storia, nell’epoca dei social media - ha aggiunto Lorenzo Baratter - è importante perché i nostri ragazzi hanno bisogni di esempi educativi semplici».

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