"Camerieri, ok al contratto di secondo livello"

«La problematica del lavoro dipendente nel comparto turistico, specialmente quest’anno, è difficile, ma non si può fare di tutta un’erba un fascio. Poi è vero che in giro ci sono queste agenzie che propongono contratti borderline ma chi aderisce a queste proposte spesso sono solo le strutture di un certo livello, non sicuramente il ristorantino, il bar o il pubblico esercizio», questo replica Flavio Biondo, vicepresidente provinciale dell’Associazione ristoratori del Trentino e di ConfCommercio Alto Garda e Ledro, al sindacato Filcams Cgil, che ieri tornava con forza a chiedere un contratto di secondo livello e sollecitava a mantenere alta la vigilanza sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori anche in merito ai cosiddetti «contratti pirata».
«Credo che tutti gli alberghi associati - osserva anche Alberto Bertolini, vicepresidente provinciale dell’associazione albergatori Asat - applichino il contratto nazionale che permette la flessibilità necessaria al comparto. Chi non lo osserva si pone al di fuori della legalità. Noi ci teniamo al nostro personale; spesso in montagna ma anche qua sul lago, ad esempio, offriamo anche vitto e alloggio, fattore che non è tenuto nella giusta considerazione. Ma voglio sottolineare che solo con collaboratori formati e possibilmente stabili, possiamo dare qualità. Noi siamo attenti a queste tematiche come alla contrattazione di secondo livello per la quale io stesso sono coordinatore del gruppo di lavoro in Asat: è un obiettivo, quello del contratto provinciale, che ci vede fortemente convinti per cui puntiamo a lavorare assieme ai sindacati per un obiettivo condiviso. La contrattazione territoriale peraltro prevede anche dei benefici fiscali».
«Se c’è qualcuno che sbaglia deve pagare. Chi usa contratti borderline - aggiunge Flavio Biondo - va a ledere l’immagine della categoria. Infatti le stesse categorie sono le prime a criticare questi comportamenti, perché diventano concorrenza sleale. Penso che i sindacati devono colpire chi c’è da colpire, la struttura singola, non l’intera categoria. Reputo che fare questa critica generalizzata non ci porta a nulla. Non si deve adoperare lo stratagemma di colpire tutti per mettere in riga i pochi, si deve invece, come proposto anche da loro stessi, avviare un tavolo con le parti economiche e le categorie e affrontare insieme il tema. Un tavolo dove però anche i sindacati si devono rendere consapevoli di tutto il sistema del mondo del lavoro turistico. Dove oltre ai casi particolari di datori di lavoro che adoperano queste strategie, vi è anche da mettere sul tavolo delle analisi che talora è il lavoratore stesso che chiede di non superare un certo reddito per non perdere punti Icef e quindi le agevolazioni che gli spetterebbero all’interno di quella determinata graduatoria di punteggi (nido, tagesmutter, ecc). Faccio parte dell’esecutivo - conclude Biondo - dell’Ente bilaterale del turismo trentino, un tavolo dove vi sono sia le parti sindacali che quelle economiche, e qui già si sta discutendo di come far emergere il complesso tema del lavoro turistico. Un sistema che è conosciuto dalle parti e che si deve affrontare e sistemare. Disponibilissimo all’incontro con i sindacati».

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«Sì» ad un contratto territoriale che tenga conto delle specificità di un’area come l’Alto Garda dove il turismo negli ultimi anni ha vissuto una forte destagionalizzazione. Ma anche «un’azione più incisiva a monte» da parte delle associazioni di categoria nei confronti di quegli associati e quindi aziende che non rispettano le regole. Roland Caramelle e Mirko Carotta (Filcams Cgil) tornano sul tema delle condizioni di lavoro di tantissimi dipendenti del settore turistico sollecitando i vertici delle associazioni di categoria a far seguire alle parole i fatti.
«Affermare che gli alberghi per abbassare i costi del personale non possono fare come le industrie che delocalizzano è l’ammissione che si vogliono far maggiori guadagni abbassando le retribuzioni e i diritti dei lavoratori per i quali applicando loro il contratto nazionale hanno una retribuzione solo dignitosa e nulla più - afferma in una nota Carotta - Bene che le associazioni datoriali individuino tavoli di confronto e anche contratti territoriali trentini vincolanti per le parti, partendo, affermo metaforicamente  da un titolo “In Trentino si applicano tutti gli istituti del contratto nazionale”, sarebbe già un ottimo risultato sul quale aggiungere la contrattazione territoriale».
Roland Caramelle ribadisce come esistano «tante, tantissime aziende rispettose dei diritti dei lavoratori ma anche mele marce. Posizionate peraltro note ad associazioni come Asat e Unat che a nostro giudizio dovrebbero mettere in campo un’azione più incisiva nei confronti dei loro associati che non rispettano le regole. E per il bene di tutto il settore - sottolinea Caramelle - Le associazioni di categoria hanno anche una responsabilità sociale in tal senso, anche in considerazione del fortissimo sostegno economico che arriva dal pubblico».

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