Ospedale di Arco, i dati di Zeni

di Roberto Vivaldelli

Sono dati interessanti quelli emersi dal consiglio della salute dell’Alto Garda e Ledro, svoltosi lunedì presso la sede del «Casa Mia».
Incontro a cui erano presenti, oltre ai sindaci delle amministrazioni comunali, il presidente della Comunità di valle Mauro Malfer, l’assessore provinciale alla salute Luca Zeni e il direttore dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Paolo Bordon.
Un vertice voluto proprio dai sindaci per fare il punto della situazione rispetto al protocollo d’intesa siglato tra Provincia e Comunità nel 2016.
Nel corso della riunione, Bordon e Zeni hanno illustrato alcuni dati sull’ospedale di Arco. Per quanto riguarda il 2017, i pazienti dimessi sono stati 3.726, di cui 1.335 di chirurgia generale, 2.012 di Medicina, 497 di pneumologia, 396 di psichiatria, 530 di ostetricia e ginecologia; i ricoveri ordinari 2.126; i day hospital 1.479.
Per quanto concerne le prestazioni ambulatoriali, gli accessi nel 2017 sono stati 35.994 contro i 30.518 del 2016, mentre le prestazioni erogate 49.497 contro le 40.381 del 2016. Prestazioni che riguardano perlopiù ginecologia (9.175), fisiopatologia (7.087), chirurgia (5.662), pneumologia (3.864), ortopedia (2.270).
Gli accessi totali al pronto soccorso sono stati 18.018 nel 2017 contro i 17.935 del 2016 e i 7.423 dei primi 5 mesi del 2018.
Lo scenario che desta maggiore preoccupazione è la carenza di medici per il futuro: secondo i dati Enpam entro il 2025 andranno in pensione 84.000 medici.
«I dati - commenta il sindaco di Arco Alessandro Betta - confermano che l’ospedale è un punto di riferimento per la nostra comunità, i numeri sono importanti. Sul pronto soccorso ci sarà un investimento di 60 mila euro per aumentarne la capacità.
Sul protocollo d’intesa c’è soddisfazione, l’impegno della Provincia c’è. Ho chiesto che questi dati vengano al più presto presentati in assemblea pubblica».
Sul nuovo governo e sul futuro del punto nascite, Betta osserva che «c’è enorme aspettativa ma non credo potranno esserci grandi rivoluzioni. Attendiamo, comunque».
«Abbiamo fortemente voluto questo incontro - spiega il sindaco di Dro Vittorio Fravezzi - per avere una risposta sullo stato di avanzamento del protocollo e il bisogno di salute del nostro territorio. I dati illustrano come il percorso nascite è stato implementato».
Sulle possibili novità inerenti il punto nascite, anche Fravezzi non vede rivoluzioni all’orizzonte: «Ci sono aspetti legati agli standard di qualità e di sicurezza che vanno al di là dei governi. Occorre uscire dalla logica di propaganda».
«Il modello trentino va rigovernato e gestito - spiega il presidente della Comunità Mauro Malfer - di fatto, il protocollo d’intesa è stato ri-attualizzato a fronte delle nuove esigenze. Non abbiamo mai abbandonato questo percorso.
Oggi, da questo confronto costruttivo con la Provincia, abbiamo abbiamo avuto delle risposte positive. Da parte nostra continuerà ad esserci il pressing necessario per elevare il servizio».

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