«Fotografia dell'abbandono» ricerca e mostra al «Maffei»

di Elena Piva

La scuola è da sempre terreno fertile per idee e proposte indirizzate alla comunità. È bastato un breve racconto dedicato ad un campo di pannocchie non più esistente, scritto dalla compagna Arianna, per mettere in moto l’intera 1B scientifico del Liceo «Maffei» di Riva e dare vita a una ricerca sugli edifici abbandonati presenti sul nostro territorio.

A fine febbraio i ragazzi hanno cominciato a lavorare in maniera costante: ciascuno, in autonomia oppure in coppia con un altro compagno, ha analizzato e descritto le strutture e le aree dimenticate situate nel paese di residenza.

Lo studio si compone ora di 27 schedature, ciascuna arricchita e completa della genesi dell’oggetto in esame, con un parallelismo tra la funzione esercitata in passato e una proposta per il suo utilizzo futuro.

«Non avevo previsto questo lavoro nel programma annuale - racconta Daniela Mannarini, docente di lettere al Maffei - è stata una piacevole sorpresa.

La proposta è arrivata direttamente da loro, hanno fatto un lavoro incredibile, attento e ben curato che, senza dubbio, ha dato modo ai ragazzi di diventare una classe unita. Ne sono orgogliosa».

Di comune accordo, i ragazzi hanno deciso di trasformare la loro ricerca in mostra, rendendola quindi accessibile a chiunque.

Tutti i comuni dell’Alto Garda e Ledro, aggiungendo Sarche, Campo, Limone e Tremosine, sono stati esplorati e indagati tenendo conto dei luoghi più particolari.

Le fotografie in loco sono state messe a confronto con quelle storiche, tra le quali spiccano gli scatti forniti dalla «Mnemoteca del Basso Sarca».

La mostra resterà esposta sulle pareti del corridoio dell’istituto fino a metà giugno, periodo in cui terminerà l’anno scolastico e inizieranno gli esami di Stato.

«Abbiamo distribuito i volantini nelle varie classi - spiega Alessandro - ci piacerebbe vedere rinascere il luogo in cui viviamo, non solo tramite nuovi cantieri ed edifici moderni, ma rivitalizzando le rovine abbandonate».

«Ci siamo documentati riguardo alle cause legali che hanno portato a processo alcuni siti - aggiunge Lorenzo, citando il caso "Ex Argentina" e la lezione in cui è stata ospite la rappresentante del "Comitato Salvaguardia Olivaia" - è un peccato vedere aree catalogate come “suolo vuoto” quando, nella realtà, non lo sono».

A tal proposito, le autorità locali sono state invitate alla mostra. Non è da escludere che le proposte dei ragazzi possano dare vita a nuovi progetti dato che le idee, secondo Roberto Vecchioni «sono come farfalle che non puoi toglierli le ali, come le stelle che non le spengono i temporali».

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