Betta, permessi e indennita risparmiati 121 mila euro

Su quanto il sindaco Alessandro Betta pesi sulle casse dell’amministrazione comunale per i permessi orari chiesti a partire dal 2014 - quando si è insediato come primo cittadino ad Arco - all’Enaip (l’istituto professionale dove insegna ad Arco), si è dibattuto molto in consiglio comunale così come sulle colonne del giornale.

Il sindaco, infatti, non ha chiesto aspettativa, come avrebbero fatto altri insegnanti nella sua situazione, ma ha continuato ad insegnare ad orario ridotto. Con il Comune che ha dovuto rimborsare all’istituto scolastico quanto versato dalla scuola per quei permessi (cioè ore non lavorate in cattedra).

Il 26 febbraio, per far chiarezza sulla materia, visto il polverone più volte sollevato, il consigliere provinciale Filippo Degasperi, del gruppo consiliare del M5s, ha presentato al presidente Ugo Rossi un’articolata interrogazione nella quale si chiedeva l’inquadramento del sindaco presso l’Enaip, la retribuzione annua dalla data dell’insediamento da sindaco ai giorni nostri, il dettaglio dei rimborsi riconosciuti dal Comune alla scuola (come conseguenza del mandato di sindaco) ma anche il dettaglio di quanto invece sarebbe costato alla stessa amministrazione rimborsare l’istituto nel caso che il sindaco Betta avesse chiesto aspettativa.

La risposta del presidente della giunta provinciale è arrivata in questi giorni e contiene alcuni dati interessanti.

«Betta, in quanto dipendente Enaip, è inquadrato nella categoria stipendiale degli insegnanti laureati, posizione iniziale del contratto collettivo provinciale di lavoro degli operatori della formazione professionale gestita da enti e associazioni in convenzione (ora contratto di servizio) con la provincia, il trattamento economico equivalente a quello del personale provinciale».

Gli uffici del presidente Rossi riassumono poi in una tabellina i costi sostenuti dal 2014 ad oggi per i permessi orari del sindaco Betta, voci che includono oneri sociali, Irap, fondo pensione complementare, quota Tfr e tredicesiama.

Risulta così che nel 2014 il Comune ha trasferito all’Enaip 7.600 euro, che diventano 16.899 nel 2015, 16.950 nel 2016 e 17.050 nel 2017, per un totale di spese sostenute per i permessi orari del sindaco pari a 59.500 euro in tre anni e mezzo.

Nella risposta Rossi precisa anche che «il sindaco Betta nel periodo estivo non chiede permessi orari e che rinuncia volontariamente a parte dell’indennità di sindaco per un totale (nel periodo ottobre 2014-dicembre 2017) di 37.908 euro lordi».

Poi l’ultimo quesito, quello relativo a quanto sarebbe costata al Comune la scelta di Betta di avvalersi dell’aspettativa.

Anche in questo caso gli uffici provinciali hanno elaborato una tabellina inviata al consigliere Degasperi nella quale si evince che in totale l’aspettativa sarebbe costata alle casse comunali 140.691 mila euro (29 mila nel 2014, 36 mila nel 2015, 37 mila nel 2016 e 38 mila nel 2017).

La scelta del sindaco Betta di richiedere permessi orari ma di non andare in aspettativa durante il suo mandato di primo cittadino, ha fin qui comportato un risparmio per le casse del Comune di circa 82 mila euro, ai quali vanno aggiunti i 37 mila euro lordi di indennità non percepita per rinuncia volontaria del sindaco. In totale, quindi, 121 mila euro risparmiati dal Comune e, indirettamente, dalla collettività arcense.

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