Procreazione assistita ad Arco Nati già mille bambini

Di bambini ad Arco non ne nascono da quasi un anno - salvo casi di estrema urgenza - ma ne verranno concepiti sempre di più e con maggiori garanzie per loro e per i genitori.

Il reparto Pma (Procreazione medicalmente assistita) dell’ospedale altogardesano era già un fiore all’occhiello della sanità trentina prima dell’ampliamento che l’ha interessato negli ultimi mesi. Da febbraio la sua attività è ripartita con un rilancio qualitativo e quantitativo che è stato celebrato venerdì pomeriggio con l’inaugurazione ufficiale al terzo piano del nosocomio di via Capitelli. Una bella notizia per l’ospedale arcense, da tempo al centro del dibattito politico, sottolineata dalla presenza dell’assessore provinciale Luca Zeni, del direttore generale dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon, ma anche dei sindaci di Arco e Drena, Alessandro Betta e Tarcisio Michelotti, e dei vertici della Comunità di valle, presidente Malfer e vice Pedergnana.



Emozione, anche commozione, nelle parole del primario Arne Luehwink, alla guida di un reparto che ha già permesso la nascita di circa mille bambini e bambine: «Oggi tagliamo il nastro ma siamo al lavoro già da febbraio - ha detto - la chiusura del punto nascite è stato per noi un lutto, ma il rilancio del reparto Pma ci darà molto da lavorare. Si è trattato di un ampio potenziamento per il quale non possiamo che ringraziare tutti i soggetti coinvolti, dalla direzione generale ai sette operai, perché i palazzi senza operai non si costruiscono». Numerose peraltro le interazioni della Pma con le altre unità ospedaliere: anestesia, andrologia, psicologia, genetisti, laboratorio, radiologia, anche oncologia per l’introdotta possibilità di congelare i gameti (spermatozoi e ovuli) di pazienti costretti ad affrontare cure chemioterapiche.

Peraltro le novità introdotte dal nuovo corso sono numerose. L’intenzione è quella di passare a breve dai 500 cicli (tentativi di procreazione) annuali ad almeno 800 (e mille in prospettiva). Quindi più possibilità e per più coppie. Di grande importanza - come ha ricordato il dottor Luehwink - l’avvio da luglio della «diagnosi pre-impianto», che ridurrà sensibilmente il normale rischio di incorrere in alcune malattie genetiche (come distrofia muscolare, talassemia, fibrosi cistica) a quelle coppie ad esso più esposte.

Dopo l’inevitabile arretrato legato alla temporanea chiusura del reparto (si è proseguito con i colloqui ma l’attività di laboratorio è stata ferma alcuni mesi) si arriverà ad un’accelerazione dei tempi d’attesa che per molte coppie rappresentano un serio problema. Ad oggi bastano due mesi dalla prima richiesta al primo colloquio, dopo il quale si avviano gli accertamenti medici, si fanno gli esami clinici per poi approdare al primo vero tentativo di procreazione con pick-up e fecondazione. Tra le novità - ma questa vale per tutto il territorio nazionale, perché deriva da una circolare ministeriale - l’innalzamento da 43 a 46 anni dell’età della donna per poter accedere alla Pma. Infine, e se n’è già parlato più volte in passato, anche l’avvio della cosiddetta «fecondazione eterologa», cioè il tentativo di procreazione utilizzando il seme o l’ovocita di un donatore esterno alla coppia in cerca di una gravidanza.

«Noi ci stiamo attrezzando al meglio - la conclusione del dottor Luehwink - ma ancor più importante sarebbe la prevenzione: alcuni problemi di fertilità sono oggi riconducibili all’età sempre più avanzata degli aspiranti genitori, invece i figli andrebbero fatti prima e in tal senso stiamo promuovendo un progetto di sensibilizzazione che porti i trentini a tentare prima la strada della genitorialità».

«Un reparto all’avanguardia nel quale abbiamo investito quasi un milione di euro - ha poi ricordato il direttore dell’Apss, Paolo Bordon - che si rivolge ai trentini ma anche ai territori vicini». «Ci teniamo al nostro ospedale - ha aggiunto il sindaco Alessandro Betta - e se ne può parlare solo bene». «Una giornata, questa, utile a far capire la politica sanitaria trentina - ha concluso Luca Zeni - voi siete un riferimento importante per tante famiglie».

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