La tragedia: morta a soli 22 anni in casa dell'amico Alina Amelina, di Riva, trovata senza vita sabato

Una tragedia al momento inspiegabile che ha ferito profondamente un'intera comunità. Perché la morte di una ragazza di 22 anni, la morte di un fiore appena sbocciato alla vita, è sempre qualcosa che lascia sgomenti e senza fiato, chiunque essa sia, qualsiasi cosa possa aver fatto. Ecco perché ieri a Varone, ma non solo, in pochi volevano credere alla notizia che ben presto era sulla bocca di tutti, una di quelle notizie che non si vorrebbero mai sentire e mai dare. Era figlia unica, distrutti dal dolore la piangono e non riescono a darsi pace la mamma, il papà e la nonna con i quali viveva la ragazza da sempre. 

Alina Amelina, 22 anni, origini ucraine ma praticamente da sempre residente a Riva in via Fornasetta, era morta. Arresto cardiocircolatorio è la diagnosi ma per comprenderne esattamente cosa abbia fatto fermare il suo cuore bisognerà attendere quasi sicuramente l'esame autoptico che verrà eseguito la prossima settimana: il magistrato di turno, il sostituto procuratore della Repubblica di Rovereto Fabrizio De Angelis, ha infatti aperto un fascicolo al momento senza indagati per poter disporre l'autopsia rispetto alla quale deciderà ufficialmente martedì prossimo, una volta presa visione degli atti raccolti e trasmessi in procura dai carabinieri della stazione di Arco. 

Il decesso è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato o al più nella prima mattinata di ieri. Di certo c'è che ad accorgersene è stato l'amico e compagno con il quale Alina aveva trascorso la serata e la notte. La chiamata alla centrale operativa provinciale del 112 è avvenuta attorno alle 9.30 ed è stato proprio l'uomo, 37 anni, a dare l'allarme perché Alina non si svegliava. Il personale del 118 di Arco è accorso immediatamente nell'appartamento di via Dritta, a Massone. Di lì a poco sono arrivati anche i carabinieri ma ai sanitari non è rimasto altro da fare che constatare il decesso probabilmente avvenuto qualche ora prima. L'esame esterno del corpo, che non ha rivelato nulla di particolare o evidenziato segni che potrebbero dare qualche spiegazione, è stato compiuto dal medico legale dottor Antonio Scalise. Alina Amelina era riversa senza vita nel letto dell'appartamento dell'amico. 

La sera precedente i due l'avevano trascorsa insieme, uscendo e andando a bere qualcosa. Una serata come tante altre, che non lasciava comunque presagire quello che poi sarebbe avvenuto. Alina aveva deciso di fermarsi a dormire dal compagno. La sua vita non è stata una vita facile, alcuni problemi con la droga e il suo nome era noto anche alle forze dell'ordine. Ma nell'appartamento dove è morta di droga non ce n'era, sul corpo nessun segno, solo alcuni psicofarmaci che la ragazza assumeva con regolare prescrizione. Potrebbe essere stato il mix tra alcool e medicine a causare l'arresto cardiocircolatorio. Ma questo potrà dirlo solo l'autposia disposta dalla Procura di Rovereto.

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