Maso Ronc e l'ex Maddalena, due «tesori» rivani dimenticati

di Paola Malcotti

Di realizzare, lungo le pendici della Rocchetta, un giardino botanico, se ne parla da circa vent’anni. Ora, sul tema della riqualificazione sia di «Maso Ronc» che del sovrastante compendio «Maddalena», interviene il movimento culturale «Riva Dinamica», che dietro sollecitazione di alcuni cittadini sta muovendo i primi passi per tentare a sua volta di stimolare un confronto tra la cittadinanza e l’amministrazione comunale, per capire se vi sia o meno l’intenzione di concretizzare il progetto.

«Prendendo spunto dalla tesi di laurea dell’architetto Francesca Bertamini, dal titolo “Sotto gli olivi - I giardini del vento: recupero e valorizzazione paesaggistica dei terrazzamenti di Maso Ronc”, si potrebbe ragionare ad un piano di ripristino più ampio, che oltre al rustico, di proprietà comunale ma abbandonato e fatiscente, interessi l’intera zona, magari con la creazione di un percorso unico che colleghi tutti i punti strategici del Garda Trentino, da Bosco Caproni all’Arboreto di Arco, dall’Olivaia al Brione, dalle foci del Sarca al Bastione e alla Ponale, spendibile sotto il profilo turistico (in alternativa all’offerta legata agli sport outdoor) ma anche culturale ed associazionistico locale» hanno spiegato Sara Bombardelli e Claudio Chiarani, introducendo l’incontro in Rocca.

Interlocutore per conto dell’ente pubblico è stato l’avvocato Andrea Dalponte, presidente di «Lido srl» e amministratore unico dell’immobiliare «Lido spa», cui si deve il progetto - già autorizzato e ammesso a finanziamento - dell’ascensore panoramico sul Bastione.

«Un’opera sulla quale ho puntato il mio mandato e che è mia intenzione accompagnare fino alla realizzazione - ha detto - una volta fatto questo passo, primo nel suo genere in provincia di Trento, ci si potrebbe inoltrare in una riflessione più ampia sull’intera zona: anche se al momento il ripristino di Maso Ronc non è per noi una priorità, la realizzazione dell’ascensore panoramico potrebbe infatti diventare il primo tassello per la valorizzazione delle pendici della Rocchetta».

Le potenzialità del compendio sono promettenti. Sono oltre tremila i metri quadrati di terreno su cui insiste il rustico, un edificio del 1600 che nonostante lo stato di abbandono conta ancora un volume di duemila metri cubi. Circa un chilometro la lunghezza dei terrazzamenti che vi corrono attorno, caratterizzati dalla presenza di numerosi olivi, disposti su 46 metri di dislivello, ma soprattutto una vista panoramica sul fiordo del Garda e il centro storico della città davvero unica e impareggiabile, tanto da esser stata declamata pure da Nietzsche in uno dei lavori realizzati in occasione del suo soggiorno rivano nella primavera 1880.

Insomma, un podere di valore che, con la volontà politica, potrebbe tornare alla città. E, allo stesso tempo, agevolare il ripristino del vicino ex albergo «Maddalena», anch’esso diroccato, e per il quale i proprietari si sono già detti disposti a procedere.

«Pensavamo ad un recupero dell’immobile, con riduzione della cubatura, alla sua trasformazione in un piccolo bed&breakfast e alla costruzione di piccoli edifici ad uso turistico da realizzare sullo stile della vicina chiesetta duecentesca - ha fatto sapere il proprietario, Luciano Baroni - le idee ci sarebbero ma la conditio sine qua non per un’opera di riqualificazione della “Maddalena” è legata alla sistemazione della strada di accesso, comunale. Posso capire che per la giunta questo non sia un progetto prioritario ma mi auguro che si possa trovare un connubio tra enti pubblici, privati, associazioni culturali, e soprattutto, nel caso si iniziasse davvero a ragionarci, che si coltivi la volontà di portarlo fino in fondo».

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