Marco, cani non trovano nulla E ora spuntano i medium

Sono ormai trascorsi dieci giorni dalla scomparsa di Marco Boni, lo studente sedicenne di Tione iscritto alla classe prima del liceo classico «Andrea Maffei» di Riva, che dal pomeriggio di venerdì 16 febbraio non dà più notizie di sé e ha fatto perdere ogni traccia, ma di passi avanti concreti e soprattutto positivi nell’incessante operazione di ricerca che si protrae in pratica da quel giorno non se ne vedono.

Le pessime condizioni meteo di ieri, con vento forte e lago mosso (oltre ad un leggero nevischio non ha risparmiato nemmeno Riva), hanno impedito ai sommozzatori dei Vigili del Fuoco di proseguire le immersioni nella zona antistante il Belvedere della Ponale, l’ultimo luogo dove Marco si sarebbe diretto secondo le riprese di una telecamera privata diffuse sabato dalla Polizia di Stato.

Così per tutto il pomeriggio di ieri l’interesse e il lavoro degli inquirenti si è concentrato in Val di Ledro, tra Enguiso e Locca di Concei, da dove sabato verso mezzogiorno è arrivata la segnalazione di una residente del posto (la signora Helen Santi) che ha raccontato ai carabinieri di essersi trovata praticamente sotto casa un ragazzo che aveva tutte le caratteristiche di Marco. Una segnalazione sicuramente da prendere in maggior considerazione rispetto a quelle che lo davano sempre sabato ad Assisi e a Bassano del Grappa.

Stessa altezza, stessi capelli leggermente in disordine, stesso abbigliamento, stesso loden, gli occhiali e stessa sciarpa di cui la donna avrebbe raccontato addirittura i colori che corrispondono a quelli della sciarpa indossata dallo studente trentino al momento della sua scomparsa. Tantissimi dettagli che hanno avvalorato il racconto della donna che ha anche detto agli inquirenti che quel ragazzo non aveva certo l’aspetto di una persona che non mangia da oltre una settimana o che dallo stesso lasso di tempo deve dormire al freddo in luoghi d’emergenza. Il che vorrebbe significare che Marco Boni è vivo (come tutti sperano) e avrebbe qualcuno che lo protegge e lo aiuta a nascondersi.

La segnalazione della signora è stata considerata concreta e dopo aver portato sabato gli uomini del Soccorso Alpino della Val di Ledro sino a Malga Gui (senza esito) ha messo in moto ieri pomeriggio le operazioni di ricerca affidate ai cani molecolari della Scuola provinciale cani da ricerca. Il primo cane ha fiutato la traccia in corrispondenza dell’abitazione della donna (in via 27 Agosto) dirigendosi per un tratto di via Doghen ma fermandosi dopo circa 150 metri. A quel punto si è tentato con il secondo esemplare che però di fatto non è nemmeno partito.

Nel frattempo, come avviene spesso in queste circostanze, e considerato il clamore mediatico della vicenda a livello nazionale, cominciano a farsi avanti anche i medium che dicono di aver «visto» Marco e di poter contribuire al suo ritrovamento. Uno o addirittura due di loro nella giornata di ieri si sono messi in contatto con la Questura di Trento, che sovraintende a tutto l’apparato di ricerca e conduce le indagini. Ora gli inquirenti stanno verificando se dar credito a queste indicazioni oppure archiviarle come le decine di segnalazioni arrivate in questi giorni.

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