L'altalena venga ricollocata e senza recinzione

di Elena Piva

Risale a settembre del 2016 il progetto tramite il quale l’associazione «Marcia delle Carrozzine onlus» di Arco è riuscita a raccogliere i fondi per collocare un’altalena accessibile ai ragazzi disabili. Nell’autunno 2017 è stata installata ai giardini centrali della città. È bastato un incidente di una certa gravità - la caduta dal gioco di un bambino normodotato fratturatosi tibia e perone - a indurre l’amministrazione arcense alla rimozione (anche se al sindaco Betta ne risultano altri due precedenti). «A esporre la denuncia, non i genitori del bambino infortunato - ha affermato Roberto Calzà - ma due estranei provenienti dall’Emilia Romagna che additano il gioco come pericoloso e irregolare. Cosa non vera, dato che l’altalena è stata certificata dalla ditta costruttrice e da un iter burocratico di un anno. Il problema non è l’altalena, a norma, ma l’educazione riservata ai propri figli». Il Comune vorrebbe trasferire il gioco nel parco giochi di via Nas. «Spostarla in periferia - aggiunge Calzà - è escludere, non includere. Oltretutto, pare vogliano recintarla: quasi un ghettizzare i bambini meno fortunati».
L’associazione ha deciso di presentare una petizione chiedendo di reinstallare in loco l’altalena, ampliarne la cartellonistica e posizionare un servizio di videosorveglianza per garantirne un corretto utilizzo da parte di tutti i bambini. «Gli adulti devono controllare i bambini - ha detto Lorenza Colò - il parco non è un servizio di babysitteraggio. Se il Comune non cede di un passo, accettiamo lo spostamento purché senza recinzione». «Non ci si può permettere il lusso di fare sempre finta di nulla - ha sottolineato Augusto Tamburini - Ciò che è accaduto esprime un disagio profondo. Noncuranza e sottovalutazione del mondo della diversità rischiano di far passare un messaggio negativo, finendo col pesare su una comunità che aveva compiuto un importante cambiamento con l’altalena, segnale di interesse e solidarietà. Sforziamoci di rimanere ancorati a una società che pulsa e vive, aldilà delle scivolate di stile sempre in agguato che deprimono gli animi e allontanano la bellezza del comprendersi».

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