Riva, il muro del «Bellavista» sul lungolago fa discutere

di Paolo Liserre

La premessa in questi casi è quantomai d’obbligo, perché al di là dei gusti si parla di «regole» e di rispetto delle regole. E allora va detto subito che il privato non ha fatto altro che attenersi alla normativa provinciale, ha ottenuto il via libera della Commissione per la pianificazione territoriale e il paesaggio della Comunità di Valle previo accertamento (positivo) della conformità urbanistica da parte del Comune.

Insomma, sotto il profilo normativo tutto è a posto e nulla si può contestare. Certo è però che da quando sono partiti i lavori di riqualificazione dell’ala sud dell’Hotel Bellavista tra piazza Battisti e il Lungolago Marinai d’Italia, in città le critiche e le voci polemiche non sono mancate e molte di queste si sono rivolte alla nostra redazione.

Perché quel «muro di cemento» sorto in questi giorni a due passi da una delle zone più pregiate di Riva, a molti ha fatto storcere la bocca e le stesse persone si sono chieste e hanno chiesto com’è possibile tutto ciò anche perché se un semplice cittadino chiede di poter fare un «gabbiotto» per gli attrezzi spesso gli rispondono picche.

La storia del ristorante Bellavista è datata di una decina d’anni allorquando gli uffici comunali contestatorono un abuso che venne sanato con una sanzione pesantissima, pari al 150% del valore. La proprietà pagò e quel volume venne legittimato. Ora la nuova normativa provinciale in materia urbanistica (legge 15 del 2015, articolo 77, comma 1 lettera E) ha consentito il recupero della veranda a parità di volume per dar seguito all’intervento di riqualificazione richiesto dalla proprietà. Ed è esattamente quello che ha fatto la società proprietaria dell’hotel, passando prima con un progetto e poi con due varianti (e, tra l’altro, l’eliminazione di un pergolato) in commissione tutela e paesaggio della Comunità di Valle che nel frattempo aveva acquisito il parere di conformità urbanistica degli uffici comunali di Riva. Quindi, tutto in regola e tutto a posto sotto il profilo normativo e del rispetto delle regole.

La signora Monica Gabbiani, titolare di «Garda Sas» e «Imperial Sas di Garda Sas» che detengono la proprietà del Bellavista, è sorpresa da tanto clamore ma sottolinea che ci si è attenuti alle disposizioni date dagli organi preposti all’autorizzazione del progetto: «Non sono altro che un’umile cittadina e obbedisco alla commissione paesaggistica - ci dice al telefono, dopo aver fatto (come lei stessa ammette) un “grosso respiro” - tutto ci è stato autorizzato al centimetro, vedremo e vedrete il risultato finale».

Per quello non c’è che da attendere un mesetto o poco più: «Si tratta di un investimento importante - incalza la signora Gabbiani - entro il 20 marzo dobbiamo aver finito».

 

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