Cemento nell'olivaia, parla l'ex sindaco Veronesi «Delle mie responsabilità parlerò in commissione»

Ex Argentina, dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza di condanna riguardante il «caso ex Argentina» - la speculazione edilizia nella storica olivaia di Arco - Stefano Bresciani tace. Roberto Miorelli appare piuttosto seccato mentre Renato Veronesi commenta.

L'ex sindaco, ora presidente di Amsa, società multiuso del comune di Arco, afferma che la sua assenza dalla commissione edilizia del 2009 non fu «strategica» e che le responsabilità politiche di quella operazione potranno essere affrontate nella prossima commissione consiliare d'inchiesta.

Di solito partecipavo alle commissioni e quella assenza non è stata né furba né indotta

Intanto le opposizioni respingono al mittente l'idea di una commissione comunale d'indagine che faccia capo alla maggioranza del sindaco Betta (Pd, centrosinistra autonomista): «La commissione deve essere presieduta dalle opposizioni e poter contare su tecnici esterni, altrimenti - sostiene Mauro Ottobre a nome di tutti - se se la canta e se la suona Betta, se la facciano loro. Noi non parteciperemo».

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La sentenza del 31 maggio ha portato alle condanne per «lottizzazione abusiva aggravata» di Roberto e Gianluca Miorelli (rispettivamente legale rappresentante e amministratore delegato della Cosmi spa), dei tre progettisti veneti della stessa impresa di costruzioni (Alessio Bolgan, Bruno Ferretti e Mariano Zanon) e della dirigente dell'area tecnica del Comune, Bianca Maria Simoncelli; un mese di arresto, 31 mila euro di ammenda cadauno (pena sospesa) e al risarcimento in solido alla parte civile di 50 mila euro con una provvisionale di 30 mila euro.

E ha assolto nel contempo il vicesindaco in carica Stefano Bresciani, la funzionaria dell'ufficio edilizia privata del Comune, Tiziana Mancabelli, i membri della commissione edilizia, Massimo Favaro e Giorgio Bellotti «perché il fatto non costituisce reato».

Veronesi la sua assenza alla comissione edilizia del 21 maggio 2009, definita "decisiva" dal giudice Ancona, è stata un'assenza strategica?
«No, per nulla. Se non ci sono andato è perché non potevo andarci. Tanto che mi è dispiaciuto che sia stato coinvolto Stefano Bresciani che oltre a essere un collega è un amico. Di solito partecipavo alle commissioni e quella assenza non è stata né "furba" né "indotta", anche perché ci sono state numerose riunioni della commissione edilizia e non si sapeva nemmeno quale potesse essere l'ultima».

Lei è stato sindaco di Arco nel periodo in cui si è deciso delle sorti dell'ex Argentina, non si sente politicamente responsabile?
«La commissione consiliare di indagine che vuole fare il sindaco Betta potrà essere la sede opportuna in cui chiarire tutti gli aspetti e confrontarsi. Credo sia corretto e giusto che venga sentito anch'io».

Ma l'ex Argentina le piace?
«Me l'avete già chiesto in passato, rispondo allo stesso modo: col senno di poi molte cose potrebbero essere diverse».

Il giorno dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza, il vicesindaco Stefano Bresciani (Patt), preferisce non rispondere alle domande mentre il costruttore Roberto Miorelli , piuttosto contrariato, spiega di «faticare a trovare le motivazioni» della condanna e si riserva di approfondire meglio le 66 pagine scritte dal giudice Ancona.

Intanto le opposizioni affilano le armi, non hanno intenzione di «partecipare a nessuna commissione d'indagine - chiarisce Mauro Ottobre (Autonomia dinamica) - se la commissione non sarà preceduta, come doveroso, dalle opposizioni. È una questione di trasparenza».

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