Riva. «Albergo troppo caro» I turisti dormono tra i ruderi

di Paolo Liserre

L'ultimo episodio in ordine di tempo risale a domenica sera ma la lista è quasi infinita se si va a ritroso nel tempo. «Perché non appena arriva il caldo, arrivano anche gli sbandati» ci conferma Francesca Cicciariello, socia alla pari assieme a Stefania Cicciariello ed Emanuele Lazzara della «Ponale srl», la società che detiene la proprietà della storica «Casa della Trota» oltre che del bar- ristorante «Ponale Belvedere». Sbandati o addirittura turisti d'oltre confine che scardinano i lucchetti ed entrano tra i ruderi della storica e suggestiva struttura ricettiva allo sbocco della cascata del Ponale nel lago.

Ci entrano e magari ci bivaccano, anche per giorni. Come nel caso dei tre «visitatori» inglesi allontanati domenica sera dagli agenti della Polizia Locale chiamata sul posto dalla stessa proprietà. Erano arrivati la sera prima e siccome l'hotel costava troppo hanno deciso di adattarsi come meglio potevano utilizzando l'utilizzabile recuperato sul posto, come testimonia la foto pubblicata sulla stessa pagina social della «Casa della Trota». Prove oggettive ed evidenti che siano stati loro gli ultimi a scardinare i lucchetti che chiudevano i cancelli di accesso alla proprietà privata non ne sono state trovate e così al momento non è scattata alcuna denuncia.

Ma il problema resta, così come resta insoluto da anni quello del progetto di recupero e rilancio della struttura ricettiva, fortemente voluto dalla proprietà pronta a investire non poco per restituire all'antica bellezza un piccolo angolo di paradiso tra roccia e acqua. «Noi siamo carichi e fremiamo per poter partire - afferma ancora Francesca Cicciariello - Ma siamo anche incavolati perché il tempo passa e non registriamo alcun passo in avanti, né da parte del Comune di Ledro né della Provincia». E tra pastoie burocratiche, palleggi di responsabilità, gente che dovrebbe decidere e non decide, di fatto la situazione è in stand-by e l'immobile paga il trascorrere del tempo.

Eppure che anche quell'intervento rientri «in un ambito strategico importante per lo sviluppo del nostro territorio» lo ammette anche il presidente della Comunità di Valle Mauro Malfer che anche di questo «passaggio» particolare ha parlato nei giorni scorsi con l'assessore provinciale all'urbanistica Daldoss. «La Casa della Trota è un patrimonio di tutti, va recuperata e valorizzata - sottolinea Malfer - Nel nostro documento preliminare c'è la volontà di sistemare tutto quell'ambito e a mio avviso è necessario trovare il giusto equilibrio tra le esigenze del pubblico e i legittimi interessi del privato che giustamente vuole e deve recuperare l'immobile. Tra l'altro il progetto presentato non prevede un metro cubo in più di edificato. Va trovata una soluzione e siglato un accordo urbanistico nell'interesse di tutte le parti in causa».

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