Dipendenza da alcol allarme nell'Alto Garda

In centinaia si rivolgono ai centri riabilitativi

di Chiara Turrini

Serio e in crescita: il problema della dipendenza da alcol preoccupa sempre di più, nel 2015 sono stati 422 gli utenti del servizio alcologia dell'ospedale San Pancrazio di Arco, che oggi, sabato, organizza un convegno dedicato al tema al casinò municipale.

Durante la giornata di studi si confronteranno esperienze e professionalità nel campo della lotta all'alcolismo, dipendenza che ogni anno causa nel mondo 3,3 milioni di morti, oltre a disabilità e più di duecento patologie correlate. Con il titolo «Dipendenza da alcol e co-dipendenze, il tema delle fragilità», il convegno riunirà medici, fisioterapisti, psicologi, infermieri, educatori professionali, tecnici della riabilitazione psichiatrica e terapisti occupazionali. 

Al San Pancrazio è in funzione da anni un servizio dedicato alle problematiche alcologiche, in particolare alla Riabilitazione, che comprende disintossicazione e inserimento nei programmi riabilitativi territoriali. Ad ogni ciclo riabilitativo, che può durare dalle tre alle sei settimane, partecipano fino a 24 utenti, 422 solo nel 2015.

«L'esperienza trentina e dell'Ospedale di Arco ha sempre privilegiato l'impostazione "riabilitativa" in una rete di interventi strettamente integrata nel territorio, - spiegano dal San Pancrazio, che fa parte del Gruppo Santo Stefano Riabilitazione, con centri in tutta Italia - per giungere al reintegro attivo e consapevole delle persone nel contesto sociale e familiare, creando uno dei modelli operativi più significativi per far fronte a situazioni complesse di dipendenza molteplice».

Il centro arcense lavora con il servizio territoriale specifico della Provincia di Trento e si confronta, sul fronte clinico-operativo, con altre attività analoghe di altre regioni, aderenti all'Associazione Corral (Coordinamento Residenzialità Riabilitazione Alcologica). 

I dati forniti dalla struttura - che saranno approfonditi nel corso del convegno presso il Casinò - descrivono una situazione non facile. Il servizio alcologia presente a Riva del Garda si fa carico di 231 utenti ogni 10.000 abitanti, e sullo stesso campione di popolazione è il 4,5% a chiedere aiuto e sostenere i primi colloqui per problemi alcol-correlati. Su 450 persone diventate consapevoli di essere in difficoltà, 371 continuano il percorso. 

Nel biennio 2014-2015 sono stati 302 utenti inviati al San Pancrazio dai servizi di alcologia sparsi su tutto il territorio provinciale. La percentuale di donne con problemi di alcolismo si attesta al 22% (sono 67), mentre gli uomini restano la maggioranza al 78% (235). 

Sebbene le ricerche nazionali diano il consumo di alcol in forte crescita tra adolescenti e giovani, le classi di età maggiormente rappresentative degli utenti del servizio sono tra i 51 e i 60, seguite dai 41-50 anni. I consumatori a maggior rischio, secondo le definizioni dell'Osservatorio Nazionale Alcol presso l'Istituto Superiore di Sanità, sono più frequenti tra gli anziani di età pari o superiore a 65 anni (il 43,0% degli uomini e il 10,9% delle donne), i giovani di 18-24 anni (il 22,8% dei maschi e l'8,4% delle femmine) e tra gli adolescenti di 11-17 anni (il 14,1% dei maschi e l'8,4% delle femmine).

Dicono dal servizio Riabilitazione: «Il consumo e l'abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante se si considera che chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio 4 volte maggiore di sviluppare alcoldipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima dei 21 anni. Tra i giovani di 18-24 anni il comportamento a rischio più diffuso è il binge drinking (ossia l'assunzione smodata di alcol per raggiungere prima possibile l'ubriachezza)».

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