Stampini è a un passo dal processo

La Procura di Venezia ha chiuso le indagini. C'è l'«esercizio abusivo della professione»

di Paolo Liserre

Colpevole o innocente, capace per quarant'anni di esercitare una professione delicatissima come quella di medico senza essersi mai laureato oppure vittima di una madornale svista se non addirittura di una macchinazione, per Andrea Stampini si avvicina il tempo del giudizio e della verità, quantomeno di quella giudiziaria. Il sostituto procuratore della Repubblica di Venezia Carlo Gava ha firmato e trasmesso in questi giorni al diretto interessato e al suo legale di fiducia l'avviso di chiusura indagini a carico dell'ex primario facente funzioni dell'ospedale di Riva del Garda Andrea Stampini, indagato dall'estate scorsa per «lesioni colpose gravi» ed «esercizio abusivo della professione», proprio per aver esercitato per quasi quarant'anni senza aver mai conseguito la laurea e la specializzazione come invece affermato e ribadito dallo stesso Stampini in più occasioni. 

Il fascicolo approntato dai magistrati lagunari conta la bellezza di 2.000 pagine, una montagna di carta che richiederà tempo affinché la difesa dell'imputato possa studiare compiutamente tutte le carte in mano alla pubblica accusa. Compresa la perizia ordinata dal pubblico ministero e affidata alla dottoressa Silvia Tambuscio (medico legale), che doveva accertare eventuali responsabilità dello stesso Stampini in ordine alle presunte lesioni riportate da un neonato il giorno di Santo Stefano del 2014. Proprio dalla denuncia dei genitori che si erano rivolti al Tribunale per i diritti del malato è nata l'inchiesta «madre» di tutta la vicenda Stampini e dagli accertamenti successivi ordinati dal pm Gava si è scoperto che il «falso» medico ferrarese non aveva mai conseguito la laurea e la successiva e necessaria specializzazione.

La svolta la si ebbe esattamente un anno fa quando i Carabinieri si presentarono presso la sede dell'Ordine dei Medici di Ferrara. Il 9 luglio, per essere precisi alla lettera, i militari del Nas di Bologna si presentano alla segreteria dell'Ordine per acquisire copia dei certificati di laurea e abilitazione depositati trentasette anni prima dall'ex primario facente funzioni all'ospedale di Riva. L'Ordine drizza le antenne e di sua spontanea volontà, lo stesso giorno, richiede all'università di Bologna conferma di data, luogo e voto finale della laurea oltre che dell'esame di abilitazione, così come dichiarato dallo stesso professionista estense. Bologna risponde il 23 luglio: l'ufficio esami di Stato dell'ateneo comunica che Andrea Stampini non risulta essersi mai abilitato «in quanto il certificato di abilitazione presentato non risulta essere stato mai rilasciato».

Il 28 luglio scorso viene decretata «la sospensione immediata di Stampini dall'esercizio della professione di medico». E a fine luglio 2015 la segreteria della facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Bologna fa sapere ufficialmente che Stampini risulta immatricolato al corso di laurea di medicina e chirurgia dell'ateneo di Ferrara nell'anno accademico 1969/'70 «dal quale - si legge testualmente agli atti - si trasferì al corso di laurea in medicina e chirurgia dell'università di Bologna nell'anno 1974/'75 dove venne iscritto per il sesto anno di corso. Dal momento dell'iscrizione presso codesto ateneo non sostenne alcun esame ed è stato pertanto dichiarato decaduto dagli studi il 31 marzo 1984». 

I carabinieri dei Nas di Treviso avevano quantificato in 2 milioni e mezzo di euro la cifra che Stampini dovrebbe restituire in termini di stipendi percepiti da tutte le strutture in cui ha lavorato. In 36 anni, dal 1979 al 2015, Stampini ha operato presso l'ospedale di Portomaggiore, in quello di Riva del Garda appunto, per l'Usl 3 di Bassano del Grappa e in forma di libera collaborazione professionale per quello di Dolo, in provincia di Venezia.

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