Arco, lettera delle ostetriche «Alle mamme sempre il meglio»

di Davide Pivetti

È una lettera attenta, che usa toni pacati, ma che dice molto e molto bene dello stato d’animo con il quale le ostetriche e il personale del punto nascite di Arco vivono questo momento.
«In questi giorni ci è stato chiesto spesso “cosa ne sarà di voi?” La risposta istintiva è: “Lo leggeremo probabilmente sui giornali”. È qui il punto. Se è questo il metodo di comunicazione preferenziale, allora lo adottiamo anche noi» dicono rivolgendo il loro pensiero all’Adige.

«Avevamo già metabolizzato la probabile (ma forse era già una certezza) chiusura del punto nascita di Arco dopo le vicende degli ultimi mesi, concretizzatasi con l’attività “part time” della sala parto dal novembre dello scorso anno, ma apprendere la notizia attraverso la stampa (così come era stato per Tione) è davvero mortificante.

Avremmo desiderato una gestione diversa della comunicazione, anche se non dovuta.
Prima di chiudere definitivamente le porte della nostra sala parto, ci teniamo ad esprimere il nostro rammarico, amarezza e tristezza, riguardo a tutta questa vicenda.

Abbiamo sempre lavorato con passione, dignità e professionalità, ponendoci costantemente obiettivi per migliorare il comfort delle nostre pazienti. Abbiamo sempre cercato di tenere in considerazione le loro volontà, proponendo travaglio/parto in acqua, posizioni alternative, riduzione della medicalizzazione. Ad Arco si potevano donare il sangue del cordone ombelicale (in atto dal 2000) e le membrane placentari (dal 2009) e tutto questo anche nell’ultimo periodo, quando le nostre attività si sono drasticamente ridotte.

Crediamo di aver svolto il nostro lavoro sempre al meglio e, consapevoli che si può sempre migliorare, ci sentiamo di dire che abbiamo fatto tutto ciò che potevamo, sempre con il cuore, da vere appassionate dell’arte del nascere!
Tutto questo ci lascerà dentro un senso di vuoto e di ingiusta “deprivazione”.
Ultimamente abbiamo assistito ad un susseguirsi di motivazioni diverse pro-chiusura: all’inizio era un problema di sicurezza dei punti nascita “periferici”, legato al numero esiguo di parti (che comunque, fino alle decisioni di ridimensionamento dell’attività, rientravano nei requisiti minimi richiesti); siamo passati poi all’impossibilità di reperire personale medico per la riorganizzazione del punto nascita; per finire quindi con un discorso di fidelizzazione delle pazienti, legato alla vicinanza con Rovereto e reso peraltro di fatto obbligatorio negli ultimi 7 mesi.

A tal proposito vorremmo sottolineare che le pazienti che, non per loro scelta, sono dovute afferire ad altri ospedali, lo hanno fatto a malincuore. È con lo stesso sentimento che abbiamo affrontato l’evoluzione di questa vicenda, ma vogliamo comunque ringraziare tutti i cittadini che ci hanno sostenuto e che hanno creduto al nostro punto nascita in tutti questi anni».


La lettera è firmata da Pastorelli Mara, Maddonni Marilisa, Flessati Patrizia, Girardi Cristina, Zanlucchi Danilla, Manfrini Verena, Giovanelli Mirella, Perazza Giulia, Banal Marika, Sansoni Luisa, Fasolini Elisa, Franceschetti Cinzia, Maugeri Maria, Centomo Marina, Merlo Michele, Pandolfi Lucia, Volpin Scilla, Kiem Barbara, Grottolo Donatella, Peroni Laura, Torboli Katia, Guerriero Carmela, Fantato Eleonora, Giannetta Tiziana, Novi Inverardi Mara, Crosina Rita, Loat Luigina, Rattin Elena, Foggia Giusi e Schirolli Sabrina.

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