La Busa firma il protocollo d'intesa, nessuna certezza sul punto nascite

«Con la firma di oggi, che giunge al termine di un lungo ed approfondito confronto con la comunità e con gli amministratori locali, ribadiamo, ancora una volta, che l’ospedale di Arco rappresenta una risorsa per l'intero sistema ospedaliero provinciale».

Così l’assessore alla salute Luca Zeni commenta la firma del protocollo d’intesa in materia di sanità siglato nel pomeriggio insieme al presidente della Comunità Alto Garda e Ledro Mauro Malfer e al direttore dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Paolo Bordon.

«Questa proposta definisce chiaramente il ruolo che la struttura di Arco ha e avrà, nei confronti delle sue comunità di riferimento e di quella provinciale. Questo consentirà una maggiore serenità anche per tutto il personale medico e sanitario che in questi mesi ha lavorato in un contesto caratterizzato da alcune incertezze».

«Con questo documento – ha detto Malfer – che giunge al termine di un serrato confronto, anche con le opposizioni, diamo una prospettiva al presidio ospedaliero di Arco, riuscendo ad implementare i servizi strategici e dando una risposta, nel segno della qualità, ai bisogni di salute dei cittadini. Si tratta di un arricchimento del sevizio, a cominciare dal potenziamento del pronto soccorso durante la stagione turistica».

Tra gli aspetti più rilevanti del protocollo ci sono: il potenziamento delle funzioni del centro di procreazione medicalmente assistita e dell’U.O. di pneumologia; il consolidamento dell’assetto organizzativo dell’AFO medica (Medicina generale con day hospital oncologico e pronto soccorso); il potenziamento del servizio di Pronto Soccorso nel periodo di maggiore afflusso turistico e il rafforzamento dei programmi di integrazione a livello dipartimentale secondo un modello di day surgery multidisciplinare.

Il protocollo accoglie e declina le richieste di salvaguardia e implementazione poste dagli amministratori locali con la necessità di adeguare l'offerta di servizi e prestazioni equi, efficaci e sostenibili dal punto di vista organizzativo, demografico ed epidemiologico.Nel concreto, tra le altre cose, esso prevede di: slvaguardare la piena operatività del pronto soccorso, che con più di 18.000 interventi l'anno rappresenta un riferimento essenziale per la popolazione e per i numerosi turisti di tutto l'Alto Garda e Ledro. Lo stesso vale per la medicina generale e il suo day hospital oncologico; valorizzare il centro di procreazione medicalmente assistita (PMA). Unica realtà di questo tipo a livello provinciale. Il PMA verrà potenziato sia in termini di risorse che di personale. In questo modo da un lato verranno ridotte le attuali liste d'attesa, dall'altro esso sarà in grado attrarre pazienti anche da realtà geografiche extraprovinciali. Verrà inoltre consolidata la funzione strategica della diagnostica prenatale e l'offerta dei servizi sarà completata dall'attivazione di una funzione ambulatoriale di andrologia; potenziare l'unità operativa di pneumologia rendendola vero riferimento per tutto il contesto provinciale. Nuovo personale verrà assegnato nella previsione di una riqualificazione della funzione di riabilitazione polmonare e del consolidamento delle funzioni a carattere multizonale, sia per quanto riguarda le consulenze offerte agli altri ospedali provinciali che nei trattamenti a domicilio; consolidare le modalità organizzative delle attività chirurgiche, dando attuazione ai mandati condivisi all'interno della rete chirurgica aziendale (sostituzione protesi; ginocchio 2° livello; piede; mano; spalla; protesica arto superiore; tunnel carpale; ginocchio 1° livello; protesica arto inferiore).

La bozza di protocollo tocca anche il tema del punto nascita, per confermare la posizione della Provincia: viene ribadita la piena volontà di mantenere i tre punti nascita sotto i 500 parti all'anno (Cles, Arco e Cavalese), e c'è attesa per la decisione finale che spetta giuridicamente a Roma.

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