«Per il punto nascite aspettiamo Roma»

di Roberto Vivaldelli

Pomeriggio denso di impegni per l’assessore provinciale alla sanità e alla salute Luca Zeni, giovedì in Busa per un doppio appuntamento molto importante per il futuro del comparto sanitario altogardesano.

L’altroieri l’assessore era infatti in visita «segreta», accompagnato dal sindaco di Arco Alessandro Betta, alla nuova sede della clinica «Villa S.Pietro» di Caneve, struttura sulla quale la Provincia di Trento non ha ancora fatto chiarezza, mentre la Provincia di Bolzano ha da tempo dato la propria disponibilità nel portare in quella sede i pazienti usciti dagli ex «Opg» (Ospedali psichiatrici giudiziari).  

Per vent’anni, secondo gli accordi stipulati con i proprietari («Codess sociale»), l’amministrazione comunale avrà lì a disposizione circa 400 metri quadrati che potrà impiegare come meglio crede, in accordo con la Comunità di Valle.

«Come amministrazione - spiega il sindaco Betta al termine dell’incontro con Zeni - stiamo cercando di chiudere la partita della Croce Rossa, che qui troverebbe sede e si è mostrata interessata. Per il resto noi mettiamo a disposizione quegli spazi e siamo assolutamente aperti a qualsiasi altra opzione che discuteremo e vaglieremo assieme alla Comunità di Valle. Riteniamo altresì che la Casa alloggio attualmente sita in via Della Cinta non possa più rimanere lì e debba trovare un’altra locazione, e questa struttura potrebbe rappresentare la risposta giusta a quel tipo di bisogno».

Successivamente Zeni e Betta si sono spostati in Comunità dove si è tenuto il consiglio della salute alla presenza degli altri sindaci dell’Alto Garda e Ledro, del nuovo direttore dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon e del Presidente della Comunità di Valle Mauro Malfer.

Incontro che si ripeterà il prossimo 8 giugno, dove i sindaci dovrebbero sottoscrivere un protocollo d’intenti che riguarderà il futuro della sanità trentina e, ovviamente, anche del presidio ospedaliero di Arco e delle strutture private: «È un documento in elaborazione - spiega il sindaco Betta - dove i sindaci possono portare le proprie osservazioni. È un primo risultato importante e significativo, ora ne discuteremo con le relative maggioranze. È il frutto di un lavoro di mesi, per ora il contenuto di questo protocollo ci soddisfa. I medici vogliono urgentemente delle certezze e noi dobbiamo essere in grado di darle in tempi brevi».

Le istanze che i sindaci dell’Alto Garda intendono portare avanti e sottoscrivere nel documento sono note: «Abbiamo chiesto che il punto nascite di Arco rimanga attivo - osserva Betta - in attesa di notizie dal Ministero e della eventuale deroga. Chiediamo poi che il centro Pma rimanga in piedi, che venga potenziato il reparto di medicina e venga risolta la questione degli anestesisti; altra richiesta riguarda l’integrazione delle eccellenze per quello che concerne la pneumologia e l’urologia, reparti che danno supporto al pronto soccorso, che non va depotenziato. Inoltre - aggiunge Betta - il nostro comparto sanitario privato è importante e deve essere visto come un valore aggiunto».

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L’assessore alla salute e alla sanità Luca Zeni, presente all’incontro dell’altro ieri svoltosi in Comunità in tema di sanità, si dichiara soddisfatto delle trattative sin qui avute con i sindaci altogardesani. Trattative che dovrebbero tradursi in un protocollo d’intenti sottoscritto da tutte le parti: «C’è stata la richiesta da parte dei sindaci di dare determinate garanzie e certezze sul futuro dell’ospedale - afferma l’assessore - al fine di dare un quadro chiaro agli operatori e ai cittadini. In questo periodo abbiamo lavorato per cercare di definire alcune caratteristiche nel concreto».
I sindaci hanno chiesto determinate garanzie all’assessore e all’azienda sanitaria: «In primis il mantenimento a pieno regime del pronto soccorso - conferma l’assessore - e una serie di altre tematiche, tra cui il potenziamento delle Pma e di pneumologia. Sul punto nascite la nostra volontà è di tenerlo aperto ma dobbiamo aspettare la risposta del Ministero».

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