Alto Garda, in arrivo altri cento ettari di cemento

Il paesaggio dell’Alto Garda è mutato drasticamente negli ultimi 150 anni. È sotto gli occhi di tutti la cementificazione che ha minato buona parte dell’atmosfera bucolica di un tempo. E non è finita: nonostante le buone intenzioni della Comunità di valle, i Piani regolatori di Riva del Garda e di Arco prevedono ancora nuove costruzioni che toglieranno un altro 10% circa di suolo agricolo o naturale. Anche perché il Piano territoriale della Comunità di valle (Ptc) potrà incidere solo quando sarà approvato e i piani regolatori vigenti (Prg) saranno superati.

Che il territorio del Basso Sarca sia ancora sotto «attacco» del cemento lo conferma anche il «Rapporto sul paesaggio», uno studio effettuato dall’Osservatorio del paesaggio trentino in collaborazione con la Scuola per il governo del territorio e l’amministrazione provinciale, che fotografa lo stato del territorio trentino e che rappresenta un quadro allarmante sull’uso degli spazi nei fondovalle.

Malgrado la consapevolezza dei cittadini altogardesani sia da tempo orientata alla conservazione del paesaggio (si ricordino le 9.000 firme per il parco agricolo del 2007 o il vasto movimento d’opinione sul caso Argentina) ci sarà  un ulteriore incremento delle aree urbanizzate e fortemente antropizzate: «Qualora le previsioni di espansione contenute negli strumenti urbanistici locali venissero attuate - si legge nel Rapporto - le aree urbanizzate e fortemente antropizzate subirebbero un aumento di 96,7 ettari (+9,3% rispetto al 2011) e con un indice di 330,8 metri quadri/abitante rispetto ai 317,3 del 2011. L’incremento potenziale più significativo - continua il Rapporto - si registra ad Arco, il cui strumento urbanistico prevede una crescita del 10,7% rispetto al 7,7% di Riva. L’indice (dato potenziale) è di 360,2 mq/ab per Arco e 300,6 per Riva. L’area studio aggrega i comuni di Arco e Riva, per un totale di 10.394 ettari e 32.641 abitanti.

«Il totale dei territori urbanizzati e fortemente antropizzati di Riva e Arco è passato dai 110,4 ettari del 1856-61 ai 1.035,8 del 2011 con un vertiginoso incremento dell’838,6%, più sensibile per Riva dove l’incremento è stato del 916,9%». Nel 1973 le aree a costruzione intensiva assommavano a 623,2 ettari mentre il periodo 1973-2011 ha registrato un incremento medio del 66,2%, con valori più significativi per il comune di Arco dove è stato del 78,7%.
«Già con l’atto di indirizzo del 2011 - spiega il presidente della Comunità di valle Alto Garda e Ledro, Mauro Malfer - per il Ptc ci siamo orientati sul “tocco leggero”, poi recepito con la nuova legge urbanistica del 2015. I nostri obiettivi sono rigenereare, riqualificare, ristrutturare, recuperare e ricucire. E sono condivisi da 7 amministrazioni comunali e dalla comunità di valle. Sviluppo economico va a braccetto con la salvaguardia ambientale».

«Spero che questo eloquentissimo rapporto - ragiona l’architetto Beppo Toffolon, presidente di Italia nostra - ci faccia comprendere che così non si può andare avanti: bisogna fermarsi oggi e non aspettare che vadano a esaurimento i vari Piani regolatori. Purtroppo non mi pare che il Ptc vada proprio in questa direzione perché ci sono ipotesi di trasferimento di servizi e strutture su territori oggi agricoli, e questo al di là dei piani regolatori di Riva e Arco che contengono un 10% ulteriore consumo di suolo. Va detto che nel tempo, l’Alto Garda ha anche sprecato un sacco di suolo: tutto quello che è stato costruito, se fosse stato organizzato in maniera più attenta, poteva occupare metà dello spazio. Purtroppo sono tutti molto disponibili alle enunciazioni teoriche e a impegni di principio... poi la prassi dei piani regolatori o territoriali è un’altra».

«Purtroppo - spiega Gianfranco Zolin, responsabile del servizio pianificazione della Comunità di valle - noi non possiamo intervenire sui Piani regolatori; il nostro obiettivo è ridurre a zero il consumo del territorio quando entrerà in vigore il Ptc. Ora stiamo lavorando sul settore commerciale e in autunno ci sarà un ampio dibattito sulla mobilità, poi verrà discusso e steso il Ptc nel suo complesso».


Nelle immagini la cementificazione dal 1856 a oggi e la rappresentazione delle dinamiche potenziali di urbanizzazione nell’Alto Garda: in rosso la cementificazione (esistente e prevista) dai Piani regolatori generali. «Il rosso - spiega l’architetto Beppo Toffolon - comprende anche parte di suolo non costruito ma imprigionato all’interno dell’insediamento urbano e impossibile da restituire alla campagna».

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