Arco si mobilita: oggi pomeriggio alle 18 la protesta per difendere il punto nascita

Dopo la grande mobilitazione dell’altra sera di Cavalese, anche Arco (e non solo) scende in piazza per l’ospedale. Grande la partecipazione alla manifestazione di stasera, con più di mille persone mobilitate in difesa del punto nascita dell'ospedale.

 

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"689956","attributes":{"alt":"","class":"media-image"}}]]

L’appuntamento era per oggi pomeriggio, alle 18, per protestare per il temuto rischio di chiusura del punto nascita e in ogni modo contro la riorganizzazione ospedaliera prevista dall’assessorato provinciale alla salute, retto da Luca Zeni (Pd), che prevede l’assenza dell’anestesista dalle 20 alle 8 nei giorni feriali e al sabato e festivi per gli ospedali periferici. Un’assenza che mercoledì scorso lo stesso presidente dell’ordine dei medici, Marco Ioppi, aveva stigmatizzato: «Se fossi donna non partorirei dove l’assistenza è ridotta»; e ancora: «Direi che è un modo elegante per dire che i punti nascita periferici sono chiusi».

La manifestazione è stata promossa sui social network per chiamare tutti a raccolta la popolazione. «Ci troviamo davanti all’ingresso principale - si legge su facebook - per manifestare pacificamente questo disagio. Se qualcuno ha voglia e tempo faccia anche qualche cartellone». E ancora «Alle 18.00 manifestazione ad Arco davanti all’ospedale per protestare contro l’assenza dell’anestesista e del personale di sala operatoria durante la notte, sabato e domenica! Non è solo una questione di sale parto... ci rimette tutta la popolazione che ha bisogno di interventi urgenti!». «È a rischio la salute di tutti, non solo quella delle future mamme».

Anche il centro di Procreazione medicalmente assistita potrebbe non reggere il colpo della riorganizzazione. Attualmente sono tre i ginecologi che ruotano intorno a questa struttura e il primario, il dottor Arne Luehwink, ieri proprio a l’Adige manifestava tutta la sua preoccupazione.

comments powered by Disqus