Il lago rivisto dal piroscafo, il viaggio nel tempo dei rivani

di Davide Pivetti

La gente di lago la riconosci facilmente. Ha la sguardo quasi perso mentre osserva sfilare le pareti strapiombanti di roccia che si gettano nel Garda. Ha lunghi sospiri quando tra Sperone e San Vigilio il lago si apre e si vede l’infinito. Ha sorrisi ampi quando scorge l’Apponale e si prepara all’ormeggio.

Erano in 170, domenica, i rivani e gli altogardesani che hanno accolto l’invito del Mag e del Muse cogliendo al balzo l’occasione di partecipare ad una crociera lacustre davvero fuori dagli schemi.

Nulla di turistico, piuttosto un viaggio divulgativo nel tempo e nello spazio pensato proprio per chi ama il Garda.

Famiglie, anziani, insegnanti, coppie e giovani e meno giovani, qualche studente e anche qualche turista (forse finito a bordo pensando si trattasse di una corsa normale) domenica sui ponti dello «Zanardelli». L’iniziativa «Sguardi aperti... e tutti a bordo» si è trasformata in un dono (era anche il «Giorno del dono») del museo e di alcuni tra i migliori storici locali alla gente di Riva e dintorni. Che tante volte i battelli li vede sfilare solo da riva, che quasi sempre non conosce fino in fondo le ricchezze del territorio in cui vive.

L’esperimento è riuscito e non poteva essere diversamente vista la ricchezza dei temi trattati nella “chiacchiarata” a bordo e l’entusiasmo dimostrato dagli stessi relatori. Marco Faraoni, Alessandro Fedrigotti, Luca Scoz, Alessandro Riccadonna, Francesco Rigobello, Lodovico Tavernini, Giovanni Pellegrini, Gianni Scoz, Aldo Miorelli. Con Donato Riccadonna perfettamente a suo agio nei panni del moderatore-conduttore, con tempi e toni quasi radiofonici.

Così i rivani che sono saliti sulla motonave, tra un rombo di sirena e l’altro, hanno ascoltato dalle parole di chi sa, nozioni di archeologia, geologia, storia moderna, hanno imparato a riconoscere i venti del Garda (una ventina diversi), si sono incuriositi ascoltando aneddoti sui borghi gardesani (lo sapevate, ad esempio, che Limone non deriva dall’agrume ma significa limite, confine?), riscoprendo gli anni dei contrabbandieri e della guerra vissuta anche da bordo, con tanto di mini-sommergibili che cent’anni fa cercavano di garantire ad austriaci e italiani il dominio sull’acqua. Ma anche imparando che il primo a vivere da queste parti fu l’uomo di Neanderthal, insediato su quelle isole emergenti tra i ghiacci che oggi sono le vette del Baldo e del Bondone. E quante Riva ci sono state nella storia? Almeno quattro, spostate verso sud mano a mano che il Garda retrocedeva: la prima era a Vigne, la seconda a S.Alessandro, la terza tra il centro e il Rione, la quarta è quella in cui viviamo.

In un viaggio così non potevano mancare nozioni di botanica, geomorfologia e addirittura storia dell’arte, visto che il paesaggio dell’Alto Garda ha ispirato molti grandi artisti in passato.

La stessa motonave «Zanardelli», oltre cent’anni di storia, è un monumento navigante dedicato al Garda. E domenica è stato possibile vederla accanto alla sorella «Italia», che ospitava a bordo, all’ormeggio di piazza Catena, la mostra documentaristica «La Grande Guerra vista da bordo», a cura proprio di Navigarda e per il Centenario.

«La rifaremo» assicurano Gianni Pellegrini e Donato Riccadonna, per Mag e Muse, probabilmente - raccogliendo i suggerimenti prontamente giunti una volta a terra - aggiungendo all’iniziativa l’unico elemento mancante in questo esordio: quello enogastronomico, altro aspetto in cui il lago non delude.

comments powered by Disqus