Via altri tre frati al convento dei francescani restano soltanto in cinque

di Luigi Oss Papot

Dal prossimo settembre, entro comunque domenica 15, il padre guardiano del convento di Pergine, padre Pierluigi Svaldi, ed un altro francescano molto apprezzato, padre Matteo Giuliani, lasceranno la città, destinati ad altri incarichi: padre Pierluigi diventerà guardiano a Peschiera, al santuario della Madonna del Frassino, mentre padre Matteo assumerà il medesimo ruolo a Mezzolombardo.

Al convento di Pergine, invece, di 8 frati ne rimarranno solo 5 (oltre alle prossime partenze, un altro fratello si è recentemente trasferito all’infermeria a Trento), e senza un padre guardiano vero e proprio, ma solo un responsabile, padre Italo Kresevic, che ne farà le veci.
È questa una delle conseguenze dei tanti avvicendamenti (oltre una novantina) che sono stati decisi dal consiglio della Provincia S. Antonio dei Frati minori del Nord Italia per il prossimo mese: una super-Provincia nata nel maggio del 2016 che unisce le sei Province prima esistenti (oltre a quella trentina, anche quella di Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Liguria).
Avvicendamenti che mettono sempre più in luce il futuro che si sta delineando per il convento di Pergine: come già scritto su questa pagina nel gennaio scorso, e come ribadito dallo stesso padre Pierluigi da noi intervistato, «finché ci sono frati a Pergine il convento non chiude», ma ora i tempi sono alquanto precipitati, e la presenza stabile di una comunità monastica potrebbe durare ancora un anno e mezzo o due.
Come spiega padre Svaldi, i ragionamenti per gli spostamenti vanno fatti ora a livello di nord Italia: «In Trentino abbiamo sei case (conventi, oltre a Pergine, a Trento, Arco, Cles, Mezzolombardo, Cavalese, ndr) per mezzo milione di abitanti, 35 frati presenti in tutto. In Piemonte, per esempio, o in Friuli, le case sono molte meno, nonostante il bacino di fedeli sia di molto superiore. È ovvio quindi che in uno sguardo d’insieme ci siano spostamenti, accorpamenti, e chiusure anche dove necessario. Già da quest’autunno, in tutto il Nord Italia avremo 45 case vere e proprie, affiancate da 11 conventi privi di guardiano proprio come Pergine, e una popolazione di circa 400 frati». In Trentino, destino simile a quello perginese toccherà in un prossimo futuro probabilmente anche ai conventi di Arco, e forse a Cavalese.
A Mezzolombardo, dove è destinato padre Matteo Giuliani (storico professore dello Studio Teologico Accademico di Trento, 72 anni, a Pergine, dove è nato, sin dal 1982), si sviluppa il noviziato di tutta la Provincia del nord Italia, e per questo le capacità del francescano potranno trovare sicuro impiego.
Padre Pierluigi, originario di Bedollo, è invece guardiano del convento di Pergine dal 2016, quando padre Pietro Stablum partì alla volta della Liguria (ma tornerà in Trentino anche lui, a Cles): 69 anni, parla di «grande onore per essere stato scelto a guidare la comunità di Peschiera». Quanti vorranno salutare i due francescani potranno farlo in un breve e semplice momento di festa previsto per domenica 25 agosto, alle 16, in occasione della festa di S. Luigi IX, patrono dell’Ordine Francescano Secolare.
Bisogna poi pensare al futuro del convento: tutta l’area, fra chiesa, convento e area verde circostante, è di 1,3 ettari. Un piccolo paradiso verde nel cuore della città, che sembra catapultare in un’altra epoca (basta provare a respirare l’atmosfera del chiostro).
Padre Pierluigi ha iniziato a tastare il terreno in questi mesi, lanciando lo spunto di riflessione sul futuro del convento: «La messa e l’assistenza alle case di riposo, Villa Rosa ed ex psichiatrico - spiega - si possono garantire anche da Trento. È la struttura che avrebbe bisogno di essere vissuta e continuare ad avere lo stesso spirito di accoglienza di questi 400 anni e più, come progetti per giovani, persone in difficoltà, anziani, comunità».

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