Via Maier, tra orgoglio e rinascita Pergine difenda questo patrimonio

Perginesi, quando passate per via Maier alzate per un momento lo sguardo, ammirate i palazzi cinquecenteschi, soffermatevi sugli affreschi che rischiano di scomparire, immaginate quali tesori si nascondono alla vista, ragionate sull’importanza di questa via: è questo l’invito uscito dalla serata dedicata ad una delle vie più belle di Pergine, organizzata dall’associazione «Amici della Storia» di Pergine e rientrante nel più ampio programma di incontri culturali di Comunità di Valle. Per concludere questo ciclo autunnale, era presente anche gli assessori Sandro Beber e Elisa Bortolamedi, che si sono complimentati con l’associazione per l’ottima riuscita degli incontri che verranno riproposti anche l’anno prossimo, frutto di un grande lavoro di volontariato.
Un invito per risvegliare l’orgoglio dei cittadini e stimolarli a far rinascere la via per una serata molto partecipata, tanto che la sala di Palazzo Hippoliti non è riuscita a contenere tutti: segno che la vita di via Maier è sempre un argomento che sta molto a cuore ai perginesi: tra l’altro, proprio nella sala scelta per l’incontro è appeso il dipinto di quel Tommaso Mayer (scritto alla tedesca), che alla fine dell’Ottocento diede il nome alla via.
Un personaggio a lungo avvolto dal mito della bonifica dei Paludi, poi ridimensionato nei giusti contorni della storia da una preziosa ricerca di Nino Forenza.
Ospiti dell’incontro erano Roberto Perini della Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia, Giovanna degli Avancini presidente del FAI (Fondo Ambiente Italiano) del Trentino che nel 1980 diede alle stampe un prezioso volume, oggi introvabile, sull’architettura della via, e <+nero>Alessandro Fontanari <+testo>bibliotecario e membro del direttivo degli Amici della Storia, abitante da piccolo proprio in via Maier.
«Il grande patrimonio di via Maier è a rischio - ha evidenziato Roberto Perini, mostrando varie foto soprattutto di affreschi e facciate - spesso per negligenza e noncuranza. Ma oltre a quello che si può vedere passeggiando per la via dobbiamo ricordarci che c’è un patrimonio nascosto, dentro le case, e non sappiamo se esiste ancora. Dobbiamo riprenderci la consapevolezza di quello che siamo stati, perché solo così impareremo a salvaguardare il patrimonio».
Un appunto, quest’ultimo, rivolto in particolare a quanti, soprattutto giovani, si divertono a imbrattare con i graffiti le mura di palazzi cinquecenteschi.
Un invito a far rinascere l’orgoglio per via Maier è venuto anche da Giovanna degli Avancini, che nel 1980, dopo 3 anni di lavoro e catalogazione, curò il volume «Gli edifici di via Maier a Pergine Valsugana»: «Via Maier è nata come via di rappresentanza, paragonabile a via Belenzani di Trento. Il recupero deve nascere però dall’intraprendenza e dall’orgoglio delle nuove generazioni, serve una conoscenza della storia fin dalla scuola, perché il futuro è rappresentato dai giovani».
Alessandro Fontanari infine ha concentrato l’attenzione sulla storia di via Maier nel corso del Settecento e dell’Ottocento, quando da via nobile si passò gradatamente a via popolare, di passaggio verso la Valsugana, quasi trascurata, fino agli anni Sessanta del Novecento quando si è definitivamente perso il tessuto sociale che legava gli abitanti della contrada. «Quello che perdiamo non torna più -ha detto Fontanari- dobbiamo riacquistare la consapevolezza che via Maier è un unicum da valorizzare».
In conclusione spazio anche per l’appello del Model Club di Pergine, che vuole costruire un plastico del centro storico della città con la collaborazione di tutti: un altro modo per gettare luce anche su via Maier.

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