Aggredita e soffocata con un cuscino a Pergine Giallo risolto: fermata la vicina di casa

Ci sono volute indagini serrate e approfondite, durate quasi una settimana, ma alla fine i carabinieri hanno risolto il giallo di Pergine.

L’anziana signora ritrovata incosciente e sfigurata sul pianerottolo d’ingresso del proprio condominio Itea, nel pomeriggio dello scorso lunedì 9 luglio, non si era accasciata per un malore, né accidentalmente, né per mano di uno sconosciuto aggressore, come dai primi accertamenti appariva. Avrebbe invece subito un tentativo di soffocamento per mano di una persona che conosceva benissimo e con la quale intratteneva rapporti (fino a quel momento) di apparente «buon vicinato».

Il fatto è stato ricostruito nei dettagli dagli investigatori dell’Arma di Trento e di Borgo che – congiuntamente – hanno intessuto una rete di accertamenti, individuando il presunto responsabile del delitto: si tratta, come detto, di una vicina di casa, una cinquantaduenne di origini pugliesi.

Dopo aver raccolto numerose testimonianze e averle puntualmente verificate, gli investigatori hanno stretto il cerchio attorno alla vicina di casa dell’anziana aggredita, residente proprio al piano sottostante, e fermata per tentato omicidio.

La donna ha problemi di ludopatia e si sarebbe impossessata di gioielli dell’anziana durante le recenti pulizie settimanali che compiva. Non solo: avrebbe anche usufruito proditoriamente del bancomat della vittima, effettuando diversi prelievi. Scoperta dall’anziana, avrebbe reagito in maniera violenta.

Lunedì 9 luglio, nel pomeriggio, durante un caffè a casa, l’anziana avrebbe dichiarato direttamente alla vicina i molti dubbi sulla sua lealtà e, mentre guadagnava l’uscita, sarebbe stata raggiunta alle spalle dalla stessa vicina e soffocata con un cuscino da divano. Ecco perché l’anziana sarà trovata dai primi soccorritori intervenuti in gravissimo pericolo di vita, riversa a terra prona, sfigurata in volto per lo schianto col pavimento, incosciente e priva di respirazione autonoma.

L’analisi compiuta dai carabinieri della sezione rilievi scientifici del Nucleo Investigativo di Trento sullo stato dei luoghi, sulla ricostruzione esatta della posizione a terra della vittima al momento dell’intervento dei soccorritori (proprio coi piedi rivolti verso la porta di casa della vicina), i sequestri di cuscini dall’abitazione della donna fermata che saranno analizzati dal RIS di Parma, sono gli elementi su cui si sono fondate e si fonderanno le prove a carico dell’indiziata.

Quest’ultima non poteva però calcolare che l’anziana signora, per quanto esile, fisicamente debilitata e nonostante l’aggressione subita, si sarebbe ripresa e che – dopo le prime ore di comprensibile amnesia – avrebbe ricordato gli eventi tragici cui era rimasta vittima, agevolando gli inquirenti nella ricostruzione del delitto.

La vicina, in attesa della convalida del fermo, è stata portata nel carcere di Spini di Gardolo.

La vittima invece è ora stata dimessa dal Santa Chiara e sta trascorrendo queste giornate di convalescenza dai propri parenti.

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