Ex Alpefrutta, appalto sei anni dopo l'acquisto

di Giorgia Cardini

«Figuriamoci se con i tempi che corrono,compriamo una cosa che non ci serve»: così parlò Lorenzo Dellai il 4 ottobre 2012, spiegando sull’Adige perché la Provincia, da lui allora guidata, tramite il suo braccio operativo Patrimonio del Trentino spa, aveva deciso di acquistare il capannone della decotta cooperativa Alpefrutta, posta in liquidazione coatta amministrativa.
 
Il progetto era quello di farne un centro operativo del Servizio gestione strade, ritenendo molto utile la collocazione del compendio in prossimità della strada statale 47 anche se ad appena 4 km, in località Assizzi, c’era già una bella casa cantoniera, ampliata solo pochi anni prima spendendo 1 milione di euro. 
 
Ci sono voluti però quasi sei anni da quel discusso acquisto, costato alle casse pubbliche 2,8 milioni di euro, a fronte di una contro-stima che parlava di un valore di appena 2 milioni, per arrivare al primo concreto passo corrispondente allo scopo indicato: primo passo che consiste nella pubblicazione del bando di gara, avvenuta nei giorni scorsi, per l’affidamento dei lavori di adeguamento del capannone di via del Rastel (2.500 mq coperti e 3.600 mq scoperti) a magazzino per il ricovero dei mezzi e delle attrezzature del Servizio gestione strade e del Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale.
 
Vero è che una prima parziale sistemazione dell’immobile fu realizzata nel 2014, per dare una sede al gruppo NuVolA Valsugana, che raccoglie i volontari dell’Alta e Bassa Valsugana, del Tesino e della zona di Piné; ma lo scopo posto alla base dell’affare del 2012, concluso senza attendere l’indizione di un’asta che avrebbe probabilmente portato a un sicuro ribasso del prezzo, era un altro.
 
Appunto quello per cui il 7 giugno il direttore generale di Patrimonio del Trentino, Claudio Alì, ha dato esecuzione alle delibere approvate dal Cda il 14 novembre 2017 e il 5 giugno 2018, con cui è stato licenziato il progetto esecutivo dell’intervento redatto da un gruppo misto composto dall’architetto Chiara Tonelli, dall’ingegner Marco Zanuso, dall’ingegnere Massimiliano Coser, dai periti industriali Alessandro Galvagni ed Enrico Fasanelli e dal geologo Icilio Vigna.
 
Così, ai 2,8 milioni dell’acquisto, per la sistemazione a magazzino provinciale si aggiungono ora altri 3.631.551,83 euro, di cui 3.137.091,27 euro per lavori e 494.460,56 euro per somme a disposizione. Il termine di esecuzione delle opere, indicato nel bando della gara che l’Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti espleterà su mandato della società provinciale, è di 365 giorni: le offerte dovranno essere presentate entro il 25 settembre e la prima seduta di gara si svolgerà il giorno dopo.
 
Insomma, se non ci saranno intoppi, il magazzino sarà pronto per fine 2019 o inizio 2020: sette anni dopo il suo acquisto, che pareva dover rispondere a un'esigenza immediata.

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