Azzardo, 900 euro pro capite il prezzo delle ludopatie

È quanto, nel 2016, nel comune di Pergine si è speso solo in slot e videolottery. A San Michele all’Adige la spesa lievita a 2710 euro pro capite

Ben 903 euro pro capite: è questo quanto, nel 2016, nel comune di Pergine si è speso solo in slot e videolottery. Un valore medio fra i più bassi in Trentino (se si considera che per esempio a San Michele all’Adige, questa spesa lievita a 2710 euro pro capite, la massima in provincia), ma che comunque invita a riflettere.

Questo dato è stato fornito giovedì sera nel corso di una serata organizzata dal Comitato Provinciale della Croce Rossa proprio sul problema del gioco d’azzardo e della dipendenza ad esso collegato. I due giovani conduttori della serata all’auditorium della scuola elementare «Don Milani» erano la dottoressa Monica Sadler, educatrice e referente del tavolo nazionale CRI per le dipendenze, e il dottor Michele Zagni, psicologo specializzato sul tema del gioco d’azzardo patologico.

I numeri riguardanti il Comune di Pergine però proseguono e sono ancora più scioccanti: sempre nel 2016, le giocate complessive hanno avuto un valore di 19,30 milioni di euro; solo considerando slot e videolottery (in città sono presenti vari club, ma praticamente quasi ogni edicola e anche, spesso, nei bar, sono presenti le famose «macchinette»), a Pergine ci sono 165 apparecchi, con una media di 7,7 ogni mille abitanti. Facendo poi un confronto solo fra 2015 e 2016, le slot sono aumentate del 7,6%, mentre le videolottery del 41,2%, con un conseguente aumento delle giocate complessive del 4,5%.

Come ben hanno sottolineato i due relatori durante la serata, l’industria del gioco d’azzardo non conosce mai crisi. Basti pensare che nel 2016, in Trentino, sono stati giocati 388 milioni di euro in slot e videolottery, 658 milioni di euro complessivamente; in Italia le cifre sono da capogiro, con una spesa, sempre nel 2016, di quasi 96 miliardi di euro per il gioco d’azzardo, pari al 4% del PIL. È ben facile intuire quindi come 800.000 siano le persone che sono dei veri e propri malati patologici di gioco d’azzardo, e quasi 2 milioni le persone a rischio. Un’impennata continua.

Si è parlato finora di slot e videolottery, ma durante la serata il pubblico ha potuto anche capire come si possa parlare di azzardo riferendosi anche ai semplici gratta e vinci, lotto, superenalotto, scommesse, giochi online, tutti quei giochi nei quali sono promesse vincite che spesso sembrano raggiungibili facilmente, ma che, calcolando le probabilità, si scopre come sia molto remota (la probabilità di vincita al superenalotto, per esempio, è dello 0,00000016%). Per capire questo, il pubblico è stato anche coinvolto in un gioco nel quale bisognava ordinare, dal più probabile a quello meno, una serie di dieci eventi: si è scoperto così che è più probabile che un asteroide colpisca il nostro pianeta fra vent’anni che si faccia un «6» al superenalotto.

In Italia poi, Codice penale alla mano, il gioco d’azzardo sarebbe vietato: ma come hanno mostrato i due relatori, sono state fatte una serie di deroghe per aggirare i divieti, i primi imposti ancora nel lontano 1933.
Nemmeno il «gioco legale», promosso dallo Stato, ha risolto il problema, ma lo ha solo spostato, dando ancora maggior lavoro al gioco illegale gestito dalla criminalità organizzata.

Il mondo dell’azzardo è quindi un mondo pericoloso, nonostante le apparenze: un mondo che attrae ma che nasconde un insidioso precipizio dietro promesse di facili vincite. Un mondo dove la psicologia umana, con le distorsioni cognitive, invoglia solo a giocare di più nonostante la cognizione della propria situazione, spesso anche oltre il limite.

Da tutto questo però, da questa vera e propria dipendenza, si può uscire: la Croce Rossa, in questo senso, da vari anni si sta muovendo, ed è ai loro professionisti che, in caso si bisogno, ci si deve rivolgere.

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