"Parco Giarete", spesa infinita

di Daniele Ferrari

Un parco pubblico al centro della città, già costato oltre 5 milioni di euro (in gran parte per espropri), costringerà ora il Comune di Pergine a un ulteriore esborso per spese ed interessi legali, mentre è in atto una riflessione sul suo utilizzo e sulle modalità di gestione dopo le ripetute segnalazioni di atti di vandalismo, schiamazzi e danneggiamenti. 
 
E' il «Parco delle Giarete», tra via dei Prati e via Petrarca, il cui progetto esecutivo veniva approvato dalla giunta comunale ancora nell'aprile del 2005, dando il via all’iter realizzativo e delle espropriazioni previste. 
Con una recente delibera della Direzione comunale lavori pubblici e patrimonio, è stato stabilito che il Comune di Pergine dovrà versare ora altri 29mila euro derivanti dal ricalcolo degli importi spettanti alla controparte in base alla sentenza della Corte di appello nr. 209/2014, e già riconosciuta dal consiglio comunale quale debito fuori nel settembre 2014 (somma alla quale verranno decurtati 7.137 euro quale rimborso dell’imposta di registro e spese di notifica).
 
Somme tuttavia modeste a fronte dei costi complessivi che ha sin qui comportato la creazione del parco che misura poco più di 2.000 mq. Infatti se l’impegno iniziale di spesa prevedeva un costo complessivo di 2,73 milioni di euro (di cui 149 mila per lavori ed arredi e 2,58 milioni per somme a disposizione dell’amministrazione, destinate in gran parte agli espropri), nel giugno 2008 i titolari di una decina di particelle avevano fatto ricorso alla Commissione per le espropriazioni per la rideterminazione delle indennità. E il Comune di Pergine (giunta Corradi) era stato costretto ad adottare un’ennesima variante progettuale (la quarta) per incrementare di ben 3 milioni lo stanziamento delle somme a disposizione, in particolare per le indennità delle espropriazioni.  Il Comune, pur avendo proposto opposizione avanti la Corte d’Appello di Trento contro la rideterminazione dell’indennità di esproprio, non riusciva a modificare le somme dovute per espropri e veniva condannato dalla stessa Corte d’Appello (con sentenza n. 209/14) al pagamento di 435.761 euro per indennità e 16.405 per interessi legali (complessivi 452.166 euro).
 
«Il pagamento di 29 mila euro è legato ad interessi di mora ed ulteriori spese legali, ed è solo l’ultimo tassello di un investimento pubblico sbagliato e che sta ancora penalizzando il comune di Pergine e i suoi cittadini (ogni anno servono circa 250 mila euro per ammortamenti e mutui pregressi) - spiega la vicesindaco di Pergine, Daniela Casagrande, in quel periodo sui banchi dell’opposizione -; è difficile giustificare il costo di oltre 5 milioni per espropri a fronte di un’opera che ha previsto un investimento per lavori di circa 200 mila euro. Un parco che va meglio gestito e valorizzato, ma che rischia di non potere essere vissuto appieno dalle famiglie e come luogo di aggregazione, dati i ripetuti schiamazzi e i piccoli atti di vandalismo segnalati. Quella di farlo fu una scelta poco lungimirante, che ha pesantemente inciso sulle casse comunali e che non appare ancora conclusa».

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