Nella sua vita ha venduto 200.000 alberi

Guido Valcanover, 72 anni, dal lontano 1973 coltiva abeti di ogni tipo in Val dei Mocheni

di Renzo Moser

Sarebbe difficile immaginare il Natale senza la magia di un albero decorato, senza l'aroma della resina e il profumo di bosco che invade piano piano la casa. Se ne è convinta anche la Chiesa, pur avendolo un tempo vietato in quanto simbolo pagano: proprio un albero (e proprio un albero trentino) oggi campeggia in piazza San Pietro. E se c'è qualcuno che, in questi anni - anzi, in questi decenni - ha contribuito a creare l'atmosfera del Natale in innumerevoli case, trentine e non, quel qualcuno è Guido Valcanover: settantadue anni, buona parte dei quali passati a coltivare, con sapienza e passione, oltre venti campi di abeti di ogni tipo, per circa 5 ettari di terreno di montagna, in val dei Mocheni: dalla piantina di pochi centimetri, quando non addirittura dal seme, da tenere al riparo delle tante insidie, fino a splendidi alberi, destinarti ad alimentare la magia della notte più attesa dell'anno.

Lo fa dall'ormai lontano 1973. «È una passione che ha radici lontane - spiega circondato dal verde dei suoi abeti in viale degli Alpini a Pergine - gli alberi mi sono sempre piaciuti. In quegli anni mi soffermavo ad osservare i venditori in piazza, e mi sono chiesto, semplicemente: perché no?». Già, perché no? È iniziata così, con una domanda apparentemente banale, l'avventura che dura ancora oggi, con gli anni che avanzano, i nipotini da coccolare e la tentazione di rallentare un po'. Ma per chi vive in val dei Mocheni, la storica Ape di Guido che comincia a girare per la valle stracarica di abeti è il segnale che il Natale si sta avvicinando.

Quello degli alberi di Natale non è un business votato alla rapidità, è un'economia «slow». Per chi ha fretta, ci sono i polimeri petroliferi, magari comprati su Amazon, e spacciati come «alberi di Natale ecologici». L'albero di Natale «vero», quello che profuma di bosco, ha bisogno di anni, molti anni. «Una volta - racconta Guido - partivo dal seme vero e proprio - ma oggi inizio prevalentemente con delle piantine». Le compra nei vivai tedeschi: quando le pianta in val dei Mocheni sono alte appena una ventina di centimetri, eppure hanno già alle spalle 5 anni di vita. Per arrivare a un albero alto due metri, nel caso di un abete normandiano, il più richiesto per Natale, ci vogliono più o meno altri 10 anni in campo. «Dipende da tanti fattori: più i campi sono in alto, più lenta è la crescita».

Insomma, per arrivare alla vendita, passano 15 o 16 anni. Va da sé che un commercio di questo genere non si improvvisa, ma presuppone una lunga e attenta pianificazione pluriennale. Il che significa, in parole povere, mettere a dimora, ogni anno, migliaia di piantine, per garantire una rotazione continua. «Ogni anno - continua Guido - metto giù dalle 10 alle 15mila piantine. Ad oggi, nei campi che coltivo, ce ne sono circa 50mila, ma con gli anni che passano sto un po' calando».

È un po' come coltivare ortaggi: chiunque frequenti i boschi sa che sarebbe impossibile trovare allo stato naturale «alberi di Natale». E trattandosi di coltivazioni, non mancano rischi, ostacoli e difficoltà: portare l'albero dai pochi centimetri del primo trapianto all'altezza giusta, non è una passeggiata. «I "nemici" più insidiosi sono gli animali: cervi e caprioli, soprattutto, ghiotti dei "butti" degli abetini, particolarmente prelibati e nutrienti». Quei "nemici" in val dei Mocheni abbondano, e Guido ricorda ancora quell'anno maledetto in cui i suddetti ungulati banchettarono senza ritegno nei suoi campi, rovinando migliaia di piante e spazzandone via, letteralmente, 7mila. Ma in questi casi c'è poco da fare, se non rassegnarsi. Sono gli inconvenienti dell'agricoltura di montagna.

Che però non hanno mai impedito a Guido di portare i suoi alberi di Natale in migliaia di case. I numeri di quante siano queste case, fanno impressione: negli anni, Guido calcola di aver venduto quasi 200mila alberi di Natale.
Insomma, le probabilità che anche il vostro albero sia passato per le sue mani e sia cresciuto grazie alle sue cure sono molto alte. Buon Natale.

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