Tetraplegica? Deve risarcire. Le sfortune della famiglia Bailoni

La Comunità di Valle Alta Valsugana e Bersntol cerca di capire come trovare una soluzione al problema

di Daniele Ferrari

Dopo aver subito la beffa per essere stati coinvolti, loro malgrado, in vicenda complessa e intricata (e in gran parte ancora da chiarire), ora la rabbia e la paura di vedersi pignorata e bloccata la vettura attrezzata: unica possibilità di libertà della figlia tetraplegica di fronte alle traversie della vita. Questa la triste e «ingiusta» storia di Paolo Bailoni e della figlia Tania, rimasta paralizzata a 14 anni dopo un infortunio in piscina, ai quali la Comunità di Valle Alta Valsugana e Bersntol chiede ora di restituire le somme assegnate in modo illegittimo dal dipendente infedele Paolo Pedergnana. 

Le sfortune della famiglia Bailoni iniziano proprio dal fatto di essere incappati nella «falsa generosità» dell'uomo, che a fronte di assegnazioni di contributi non dovuti e spesso in eccesso, intascava somme e percentuali illegittime (dopo una condanna in primo grado il procedimento è ancora in corso). La Comunità di Valle ha progressivamente iniziato ad esaminare le varie pratiche e posizioni coinvolte (circa 180 le famiglie interessate), chiedendo anche alla famiglia di Paolo Bailoni di restituire parte delle somme non dovute (circa 15 mila euro per i versamenti erogati nel 2010 e 2011). 

«La nostra paura è che la pratica passi ora nelle mani di Trentino Riscossioni e che in mancanza del pagamento delle somme dovute (sono già trascorsi i 150 gironi del sollecito) venga bloccata la vettura attrezzata che consente a Tania di effettuare qualche movimento e avere una certa autonomia - spiega Paolo Bailoni raggiunto al telefono nella sua casa di Vigolo Vattaro -: noi abbiamo sempre agito in buona fede, rispettando la normativa e i procedimenti, mentre ora il rischio è che continuino gli accertamenti pregressi, e che alla fine la nostra famiglia debba restituire più di 39 mila euro». 

Una situazione non facile per Paolo Bailoni che nel frattempo ha chiesto il part-time al Servizio provinciale foreste (rinunciando a oltre 53 mila euro) e che nel gennaio del 2014 ha perso la moglie Raffaella (maestra elementare ed esperta podista) per una tragica caduta nei boschi della Marzola. 

«Non ci riteniamo una famiglia sfortunata e sino ad ora abbiamo lottato in modo silenzioso e con grande dignità di fonte alle avversità della vita - spiega con serenità Paolo Bailoni -: certo non riteniamo giusto dover restituire tali somme senza intavolare un dialogo più ampio con Comunità di Valle e Provincia su tempi e modalità. Assistiti dall'avvocato Nicola Degaudenz abbiamo provato a fare ricorso anche al Capo dello Stato, ma senza ottenere nulla di concreto, essendo ormai passati i tempi consentiti, ma soprattutto non abbiamo mai trovato la giusta attenzione e sensibilità da parte di politici o amministratori».

Ora si spera che la situazione possa trovare una soluzione dopo oltre cinque anni di attese, false promesse e dialoghi interrotti. «In questi 12 anni dall'infortunio di Tania non sono mancati i momenti difficili, ma anche le grandi soddisfazioni - conclude papà Paolo Bailoni -: Tania si è diplomata con il massimo dei voti al liceo scientifico Galilei e ha ora ottenuto la borsa di studio "Google Europe scholarship for students with disabilities", che il noto portale internet assegna agli studenti con disabilità europei e israeliani (su 60 giovani premiati, Tania è la quarta italiana). Non abbiamo mai chiesto nulla a nessuno, abbiamo avuto il solo demerito di esserci fidati di un ente pubblico che, complice un suo dipendente, ha concesso contributi non dovuti, ma per i quali ora non ci sembra giusto dover rispondere in prima persona».

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